Più fondi alla ricostruzione, fumata nera 

Il sindaco D’Alberto e il governatore Marsilio incontrano il commissario Farabollini che rinvia tutto a una prossima riunione

TERAMO . Da Roma è arrivato l’ennesimo impegno verbale e l’annuncio di un’ulteriore riunione decisiva per dare più forza alla ricostruzione in Abruzzo. La missione nella Capitale della troika formata dal sindaco Gianguido D’Alberto, dal presidente della Regione Marco Marsilio e dal direttore dell’Usr Vincenzo Rivera non ha sortito effetti concreti diversi da quelli già prodotti in altri incontri simili. Il commissario per la ricostruzione Piero Farabollini ha recepito l’istanza promossa dalla delegazione abruzzese, intenzionata a ottenere per il cratere regionale più del 10% delle risorse finora assegnatogli nella ripartizione con gli altri territori di Marche Umbria e Lazio colpiti dal terremoto. Si è detto concorde con la preoccupazione espressa dal terzetto sulla necessità di misure che rendano finalmente efficace l’attività volta a superare l’emergenza tutt’ora vissuta da migliaia di sfollati e per martedì ha convocato la cabina di regia per le iniziative post sisma. Sarà quella, dunque, la riunione decisiva in cui dare una risposta definitiva alla richiesta di maggior peso economico e operativo al cratere abruzzese.
L’incontro di ieri è stato infatti principalmente dedicato alla ripartizione dei 200 ingegneri che, tramite il decreto sblocca cantieri, sono destinati a rafforzare Comuni colpiti dal sisma e Uffici speciali per la ricostruzione. Su questa misura la troika ha espresso la propria insoddisfazione, confermando i malumori già manifestati dall’Anci subito dopo la sua adozione. D’Alberto ha ribadito che il numero dei tecnici messi a disposizione è irrisorio rispetto alle esigenze dei territori alle prese con l’emergenza che sono già entrati in competizione tra loro per assicurarsene la quota maggiore. L’esito non soddisfacente del confronto romano è implicitamente confermato dalle parole del sindaco. «Abbiamo ribadito la posizione da sempre sostenuta», sottolinea, «sulla quale in verità c'era stata una assunzione di impegno da parte dei nostri interlocutori finora disattesa». Il primo cittadino teramano ha insistito sul fatto che la ripartizione di risorse e tecnici non può essere forfettaria, ma fondata sulle effettive necessità delle aree ferite dalle scosse sismiche. E, ha aggiunto Marsilio, tutto questo va fatto «nel più breve tempo possibile perché il fattore tempo è una componente determinante della ricostruzione». «Vogliamo essere messi in condizioni di lavorare come i cittadini si attendono», aggiunge D’Alberto, «e per farlo chiediamo innanzitutto la disponibilità di un numero adeguato di personale». A Farabollini il primo cittadino teramano ha chiesto di aprire la riunione di martedì alla partecipazione di tutti i sindaci interessati. D’Alberto comunque li ascolterà prima di tornare a Roma la settimana prossima. «Proprio per confermare e rinforzare la nostra posizione convocherò lunedì tutti i sindaci del territorio teramano», annuncia, «manterremo fermo il nostro atteggiamento e chiederemo il definitivo sblocco delle regole per la ricostruzione pubblica, in particolare quella legata all’edilizia popolare, che ha maggiormente sofferto lo stato delle cose. Continuiamo a registrare una pesante sottovalutazione delle nostre problematiche, ma siamo sempre più pronti ad assumerci le responsabilità che ci competono. Per farlo, però, analogo atteggiamento deve essere assicurato sia dal commissario sia da un nuovo futuro governo». I cittadini non possono più restare senza risposte o con impegni costantemente rinviati «Abbiamo ricevuto promesse e annunci», conclude D’Alberto, «ma ora chiediamo che i frutti di quegli annunci si traducano in atti concreti generati innanzitutto dalle valutazioni di chi vive i problemi sulla propria pelle, come i teramani che rappresentiamo. È ora che si facciano scelte definitive e giuste per far ripartire realmente la ricostruzione».
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