Pista ciclabile lungo il Vibrata I proprietari: rischio esondazione

Alba, si oppongono all’esproprio e chiedono che prima vengano messi in sicurezza gli argini Diffuso un video che immortala lo straripamento del torrente su quello che sarà il tracciato

ALBA ADRIATICA. «A queste condizioni diciamo no alla pista ciclabile della Val Vibrata». Questa la posizione di trenta dei proprietari terrieri di Alba Adriatica che nei prossimi mesi saranno interessati dagli espropri per la realizzazione del primo lotto del percorso ciclo turistico dalla costa a Civitella del Tronto. «Non siamo contrari in assoluto a cedere terreni per la pista ciclabile», dicono, «ma la priorità delle istituzioni deve essere la messa in sicurezza degli argini del torrente Vibrata, che rappresenta un pericolo per la zona collinare albense. E poi vogliamo trasparenza, finora abbiamo visto solo segretezza».

Il gruppo di proprietari ritiene che il progetto della pista ciclabile sia infatti lacunoso. Per questo hanno inviato alle autorità diffide, esposti e petizioni firmate. Ieri, inoltre, con le carte alla mano, hanno mostrato quella che per loro è una "prova" delle incongruenze del progetto definitivo approvato dall'Unione dei Comuni della Val Vibrata: un video che mostra come venti giorni fa, durante un temporale, il torrente, in un suo tratto albense, sia esondato invadendo proprio quello che in futuro sarà il tracciato del percorso ciclabile. Commenta Luca Falò, consigliere comunale albense, ingegnere e proprietario di uno dei terreni interessati: «Non avendo argini sicuri ed essendo in stato di abbandono, il torrente cambia percorso quasi una volta al mese: l'esondazione di marzo dimostra che nel progetto definitivo dell'opera questo fatto non è stato preso sufficientemente in considerazione. Per il progetto hanno evidentemente usato cartografie non aggiornate. Qualcuno ci dice che la messa in sicurezza degli argini sarà fatta, ma noi non ci crediamo: per i lavori di realizzazione del primo tratto di pista c'è già la data per la gara d'appalto, fine giugno, per la messa in sicurezza non c'è ancora nemmeno un progetto preliminare al Genio Civile. Hanno inoltre previsto una spesa di circa 40 euro al metro quadro: sono davvero pochi per prevedere interventi di bonifica dei terreni coltivati, figuriamoci per la sistemazione degli argini».

Continua poi Falò, fattosi portavoce della protesta: «Il progetto della pista ciclabile è inoltre pieno di assurdità, ne cito due: partirà dalla Statale Adriatica e non dalla costa e passerà accanto al nuovo depuratore di Alba Adriatica, a trenta metri dalle sue vasche. L'impressione è che il diktat della Regione, accolto ad occhi chiusi anche dal Comune di Alba Adriatica, sia stato quello di procedere velocemente e con i pochi fondi a disposizione. La prova ne è la convocazione della conferenza dei servizi fissata per il 26 aprile che non darà il tempo agli enti preposti di compiere sopralluoghi. Ma la pista, fatta così, non è un'opportunità ma un danno per il territorio».

Luca Tomassoni

©RIPRODUZIONE RISERVATA