Pista ciclabile sul torrenteVibrata Necessarie almeno tre modifiche 

Alba Adriatica, serviranno ad aggirare ostacoli lungo il percorso in allestimento con fondi regionali Di Matteo: «Opera progettata in fretta e furia sotto la spinta dell’ex governatore D’Alfonso e di Pepe»

ALBA ADRIATICA. Una pista ciclabile a “spezzatino”. Saranno necessarie almeno tre varianti progettuali per unire i tratti della ciclovia turistica e culturale, in allestimento lungo il torrente Vibrata tra Alba Adriatica e Corropoli, interrotti a causa di ostacoli. E non si tratterà delle uniche modifiche al percorso dell’opera, da un milione e trecentomila euro, realizzata dall’Unione dei comuni della Val Vibrata con fondi europei veicolati dalla Regione e che ha visto l’apertura del cantiere nel giugno scorso dopo anni di feroci polemiche e diffide.
A svelare la necessità di nuove varianti è Domenico Di Matteo, presidente del movimento “Val Vibrata–Monti della Laga” e consigliere comunale a Tortoreto, durante un sopralluogo con alcuni cittadini espropriati delle aree sui passerà il tracciato. «Ci chiediamo se la realizzazione della pista ciclabile fosse davvero cantierabile prima di procedere con l’avvio dei lavori», spiega, «viste le modifiche ora necessarie per completarla. L’impressione, infatti, è che la fase progettuale, su spinta della politica, a partire dall’ex governatore Luciano D’Alfonso e dell’assessore regionale Dino Pepe, sia stata completata in fretta e furia e senza un’attenta analisi del percorso». In particolare Di Matteo si sofferma su una delle varianti necessarie: quella all’altezza del nuovo depuratore consortile in costruzione dal Ruzzo nella zona artigianale di Alba Adriatica. «Uno dei tratti già realizzati si interrompe bruscamente perché il terreno dove doveva continuare non c’è più, franato per l’azione erosiva del torrente Vibrata», fa notare, «lo diciamo da tempo: non ha senso un’opera del genere se prima non vengono messi in sicurezza gli argini del torrente. Invece si è continuato con una pista che è già a rischio idrogeologico, che danneggia l’area artigianale e gli agricoltori, che manca di una programmazione per la sua manutenzione, che parte dalla statale Adriatica anziché dalla foce del torrente e che è priva di un attraversamento in sicurezza su via Ascolana». All’altezza del nuovo depuratore, inoltre, il percorso della pista ciclabile deve essere deviato di molto, rileva il consigliere, perché non potrà attraversare il cantiere del Ruzzo.
«Da una pista naturalistica lungo il fiume, sta diventando un percorso tra le campagne coltivate. Insomma, era meglio non spendere quei fondi che spenderli male», insiste Di Matteo. Lui non tocca questo argomento, ma la pista ciclabile potrebbe incontrare anche un ostacolo politico. Le varianti dovranno essere infatti approvate dall’amministrazione Casciotti di Alba Adriatica, che tra i banchi della maggioranza in consiglio comunale annovera anche Luca Falò, per anni tra i protagonisti del fronte dei proprietari dei terreni espropriati che è contro l’opera.
©RIPRODUZIONE RISERVATA