Politici con doppi incarichi indaga la Corte dei Conti

Esposto del consigliere provinciale Mercante che fa i nomi e accusa: c’è chi percepisce la doppia indennità, ma questo è vietato dalla legge

TERAMO. Doppi incarichi e doppie indennità dei politici nel mirino della Corte dei Conti. Ad inviare un esposto per chiedere chiarezza è stato il consigliere provinciale indipendente (ex Idv) Riccardo Mercante che già un anno fa dai banchi di via Milli aveva rivolto un interrogazione sul tema al presidente della Provincia Valter Catarra. La questione nasce dal decreto legge 78 del 31 maggio 2010 che prevede che i titolari di cariche elettive che svolgano altri incarichi conferiti dalle pubbliche amministrazioni non percepiscano le relative indennità ma solo un gettone di presenza che non può superare le 30 euro a seduta più gli eventuali rimborsi spese.

I casi non sono pochi nel Teramano ad iniziare dai doppi incarichi come quelli di Mauro Di Dalmazio, consigliere comunale a Teramo ed assessore regionale, di Davide Calcedonio Di Giacinto, consigliere comunale ad Atri e assessore provinciale fino a quello di Giacomo Agostinelli, assessore al Comune di Teramo e vice presidente della finanziaria regionale Fira. Ma ci sono anche Diego Di Bonaventura, consigliere provinciale e assessore del Comune di Notaresco, ed Enrico Mazzarelli, consigliere provinciale e segretario generale della Regione.

A più di un anno di distanza dall'interrogazione e dalle numerose richieste per cercare di fare chiarezza sulla legittimità dei doppi incarichi e dei relativi compensi - ai quali i politici avrebbero nel frattempo dovuto rinunciare - Mercante torna quindi all'attacco. «Nel frattempo ci sono state diverse sentenze che hanno chiarito meglio la vicenda», ha spiegato , «in particolare faccio riferimento all'ultima della Corte Costituzionale, la n. 151 del 14 giugno che sancisce il principio di gratuità della norma specificando che la ratio sta nell'evitare il cumulo di incarichi retribuiti e quindi di perseguire il risparmio dei costi della politica».

. Da qui la decisione del consigliere di presentare l'esposto alla Corte dei Conti per sciogliere ogni dubbio sulla legittimità delle doppie indennità dei politici coinvolti, i cui nomi con i relativi compensi - dove conosciuti - sono stati allegati alla denuncia.

In caso di una risposta positiva da parte della magistratura contabile, infatti, tutti gli amministratori coinvolti potrebbero essere addirittura costretti a restituire ai relativi enti pubblici gli stipendi percepiti dalla data di entrata in vigore della legge, cioè dal 31 maggio 2010. Ma c'è qualcuno che il passo indietro lo ha già fatto come l'assessore provinciale al Bilancio Davide Calcedonio Di Giacinto che ha già rinunciato al gettone di presenza come consigliere comunale ad Atri. «La sentenza della corte costituzionale a cui si appella Mercante in realtà si riferisce ad altro», spiega, «cioè a coloro che siano stati nominati per altri incarichi, in particolare si riferisce alle Comunità montane, dallo stesso ente all'interno del quale sono stati eletti. E questo non è il mio caso nè di molti altri citati da Mercante».

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