Pomante: le dimissioni vanno confermate senza un governo condiviso e che duri

Il consigliere comunale di opposizione Gianluca Pomante scrive in una nota: «Suscita non poco sconcerto il continuo richiamo al disastro che deriverebbe a questa città se il peggior sindaco che la...

Il consigliere comunale di opposizione Gianluca Pomante scrive in una nota: «Suscita non poco sconcerto il continuo richiamo al disastro che deriverebbe a questa città se il peggior sindaco che la storia ricordi dovesse confermare le dimissioni e lasciare l'amministrazione ad un commissario prefettizio. Due le domande che ogni cittadino - e soprattutto chi fa politica - dovrebbe porsi:

1) È mai possibile che questa amministrazione faccia in meno di sei mesi quello che non ha fatto in otto anni? 2) È mai possibile che un commissario straordinario, chiamato a dirigere un Comune, abbia solo poteri di ordinaria amministrazione?». Pomante dà così le sue risposte: «1) Senza un azzeramento di giunta ed un governo della città condiviso su proposte e progetti realmente strategici, con contestuale impegno del sindaco a non dare le dimissioni entro la fine dell'anno per candidarsi al Parlamento, ogni prolungamento di questa esperienza politica sarà fallimentare e potrà solo continuare a devastare Teramo. Suscita quindi ilarità l'affermazione secondo la quale il sindaco dovrebbe ritirare le dimissioni per il bene di Teramo. Semmai il contrario: dovrebbe confermarle visto che non è in grado di garantire un'amministrazione stabile e capace. 2) Il commissario prefettizio, nominato dal ministero dell'Interno, è un alto funzionario dello Stato che riassume in sé i poteri del sindaco, della giunta e del consiglio comunale. Se volesse, pertanto, potrebbe adottare rapidamente tutti quei provvedimenti di cui la città ha enorme necessità. Semmai, dovremmo noi impegnarci per far trovare al commissario una serie di proposte e progetti realmente strategici e chiedergli di approvarli, di metterli in cantiere, di fare, in sostanza, quello che non hanno fatto questo sindaco e le sue giunte durante i loro mandati. Ai cittadini ogni valutazione, con il consueto monito: "chi è causa del suo male, pianga se stesso"».