Prati, la Gran Sasso  rischia di restare senza un liquidatore 

Di Eugenio si è dimesso, Saccomandi potrebbe farlo presto «Per la gestione della società serve un amministratore»

TERAMO. La Gran Sasso Teramano, la società pubblica in liquidazione proprietaria degli impianti sciistici di Prati di Tivo e che dalla scorsa estate li gestisce direttamente, rischia di ritrovarsi senza guida. Si è infatti dimesso Luca Di Eugenio, uno dei liquidatori, e l’altro, Sergio Saccomandi, pare intenzionato ad imitarlo presto.
Di Eugenio ha formalizzato le sue dimissioni a fine anno. «Già da settembre avevo annunciato l’intenzione di dimettermi e il tutto è avvenuto nell’assemblea straordinaria dei soci di fine dicembre alla presenza del notaio», ha detto, «l’ho fatto per i concomitanti impegni professionali. Io e Saccomandi siamo stati nominati come liquidatori, mentre ora la società richiede una gestione diretta e il tempo da dedicare è tanto e mal si concilia con il mio lavoro».
La gestione diretta degli impianti e del personale crea un carico di impegni e responsabilità ora rimasto tutto nelle mani dell’altro liquidatoreSaccomandi. Nelle ultime due stagioni, infatti, la gestione della stazione sciistica non è stata affidata a terzi per problemi di sicurezza. Con l’arrivo dei due milioni dalla Regione grazie alla rimodulazione dei fondi Masterplan sono in itinere gli affidamenti dei lavori che partiranno a primavera e già dall’estate si potrebbe procedere al bando per una nuova gestione. Saccomandi dice la sua: «Gli operatori chiedono la gestione ordinaria e non so se la mia figura di liquidatore, che è rigida, può conciliarsi con tutto questo. Sarebbe necessario un amministratore per la società: ciò che sto facendo poco si sposa con l’attività prettamente liquidatoria per la quale mi è stato dato l’incarico».
Presto, dunque, il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino dovrà trovare un amministratore per la Gran Sasso. Di Sabatino su questo non si sbilancia ma tiene a dire perché l’ente ha finora agito in un certo modo. «Siamo in fase di liquidazione», dice, «e naturalmente questa fase non dovrebbe comportare la gestione, dopodiché per evitare un sacco di questioni stiamo autorizzando la gestione cercando di tenere viva la società. Le finalità sono non disperdere il patrimonio, qualora volessimo vendere la società, e andare incontro alle esigenze della stazione turistica. Vorrei che si capisse che la fase liquidatoria era necessaria perché la società non si reggeva, ora dobbiamo verificare bene quali sono i costi e i ricavi, snellire i costi passando da spa a srl, riconciliare i bilanci, verificare effettivamente questa stazione quanto vale, mettere in sicurezza gli impianti. E poi si deciderà la strada migliore da intraprendere, preferibilmente l’affidamento ma, se le condizioni di legge ce lo permettono, non escludo la vendita. Tuttavia c’è un problema: la cabinovia è della Provincia, gli altri impianti della società».
Di Sabatino conclude: «In questa situazione sento solo lamentele, a fronte di quello che si sta facendo mi pare ridicolo. Io capisco le critiche di chi vorrebbe che le cose andassero meglio, capisco un po’ meno le accuse di chi sa come stanno le cose e qualche responsabilità in passato ce l’ha avuta». (a.d.f.-d.v.)
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