Processo Santoleri, in aula i primi testi della Procura 

Oggi seconda udienza per padre e figlio accusati di aver ucciso Renata Rapposelli Sarà ascoltato l’uomo di Ancona che per primo denunciò la scomparsa della pittrice

TERAMO. Ci sarà la polizia giudiziaria a raccontare parte delle indagini, ma soprattutto ci sarà un caro amico della pittrice che all’epoca fu il primo a denunciarne la scomparsa da Ancona. Riprende questa mattina dall’audizione dei primi otto testi della Pubblica accusa il processo a Giuseppe e Simone Santoleri, padre e figlio di Giulianova accusati di aver ucciso la moglie e madre Renata Rapposelli, la 64enne originaria di Chieti trovata cadavere in una scarpata di Tolentino. Molto probabilmente anche in questa seconda udienza Simone, detenuto nel carcere di Lanciano,non ci sarà.
Davanti alla corte d’assise presieduta da Flavio Conciatori (a latere Lorenzo Prudenzano con i sei giudici popolari più i due supplenti) i primi otto testi citati dal pm Enrica Medori (titolare del fascicolo) circoscriveranno, in particolare, le attività investigative portante avanti nei primissimi giorni ad Ancona, la città marchigiana in cui la Rapposelli si era trasferita dopo aver lasciato Giulianova in seguito alla separazione dal marito. La Corte, nella precedente udienza, ha ammesso tutti i mezzi di prova tra cui anche le intercettazioni ambientali e telefoniche e per questo già oggi è previsto anche il giuramento del perito a cui sarà affidato l’incarico della trascrizione delle intercettazioni.
Padre e figlio sono difesi dagli avvocati Alessandro Angelozzi, Gianluca Carradori e Gianluca Reitano. Parte civile la sorella rappresentata dall’avvocato Annamaria Augello e l’associazione Penelope rappresentata dall’avvocato Federica Guarrella. Un omicidio, quello della pittrice, che il gip Roberto Veneziano in una delle ultime ordinanze definisce: «un piano di azione preordinato alla esecuzione del grave delitto».
Ed è in quel passaggio che la ricostruzione del magistrato ipotizza una premeditazione nel delitto che, va sottolineato, nel capo d’imputazione non viene contestata. Partendo da un elemento: le grandi buste nere della spazzatura risultate acquistate qualche giorno prima e usate per nascondere e trasportare il corpo da Giulianova a Tolentino, dove è stato lasciato sulle rive del fiume Chienti. .Santoleri senior a novembre, nel corso di un’audizione nel carcere teramano di Castrogno, ha dichiarato al sostituto procuratore Medori che a soffocare la donna è stato il figlio Simone e che proprio per paura di lui non ha parlato prima.
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