Professore a giudizio per un film porno

L'accusa: ha fatto vedere il video osè a un'allieva di 13 anni sul computer di scuola

TERAMO. L'accusa è pesante: aver fatto vedere sul computer della scuola foto e video pornografici ad una sua allieva di appena 13 anni. Un insegnante di scuola media, già sospeso dal giudice per due mesi, finisce a processo con una citazione diretta a giudizio. Il reato contestato all'uomo, un 55enne teramano docente di educazione tecnica, è quello di violenza privata per aver costretto la studentessa a guardare quelle immagini. Inizialmente l'accusa formulata nei suoi confronti è stata quella di atti osceni, ma nel corso delle indagini il reato è stato modificato in uno più grave. Per violenza privata, infatti, rischia fino a quattro anni.

I fatti avvenuti in una scuola media di Teramo (non scriviamo nè il nome dell'istituto e nè le iniziali del docente per tutelare la minore coinvolta che frequenta ancora la scuola e che quindi sarebbe facilmente identificabile) vennero alla luce nel maggio dell'anno scorso, dopo una denuncia fatta dai genitori della ragazzina. La giovanissima studentessa prima ne aveva parlato con la madre e successivamente con il padre.

I genitori, dopo il racconto shock della figlia, si rivolsero alla scuola e poi alla polizia per denunciare quanto raccontato dalla ragazzina. Le indagini della squadra mobile scattarono immediatamente. Il primo passo fu il sequestro dei computer. Ne furono prelevati tre: due in dotazione al laboratorio di informatica della scuola e uno nell'abitazione dello stesso docente. I successivi accertamenti tecnici avrebbero confermato le accuse della ragazzina, evidenziando il passaggio di quei video nel computer. Sembra, infatti, che nella memoria del pc ne sia rimasta traccia.

Nel corso dell'istruttoria la giovanissima studentessa, ascoltata dal pm Roberta D'Avolio in un'audizione protetta fatta con la formula dell'incidente probatorio, ha confermato tutte le accuse, sostenendo che in alcune occasioni l'insegnante l'avrebbe portata nel laboratorio di informatica per farle vedere quelle immagini pornografiche. All'epoca dei fatti gli investigatori oltre ai computer - sempre su disposizione della procura - avevano sequestrato anche i tabulati telefonici dell'insegnante e della studentessa e il contenuto di un sms che la stessa ragazzina avrebbe ricevuto sul suo telefonino e che, secondo l'accusa, sarebbe stato inviato proprio dal docente. Inizialmente furono fatte indagini anche per accertare se fossero stati coinvolti altri studenti, ma questa ipotesi venne subito scartata proprio sulla base dei racconti fatti dagli stessi alunni. Nell'ambito delle indagini, inoltre, gli investigatori avevano raccolto anche le testimonianze del personale della scuola, sia docenti e che amministrativi, per capire se qualcuno si fosse accorto di qualcosa o avesse notato qualche atteggiamento sospetto.

Al termine delle indagini la procura chiese la sospensione del docente, un provvedimento d'interdizione per due mesi. La richiesta venne accolta dal gip Marina Tommolini e il prof venne sospeso. L'insegnante, ascoltato dagli investigatori, ha sempre negato ogni coinvolgimento nella vicenda, sostenendo di non aver mai fatto vedere film porno all'allieva. Alla scadenza del provvedimento di sospensione il professore ha scelto di andare in pensione.

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