L'imprenditore Antonio Cerne

SILVI / LA TRAGEDIA

Pulisce il fucile, parte un colpo e muore 

Imprenditore 62enne, Antonio Cerne, era nella sua abitazione. Il corpo scoperto dalla moglie, s’ipotizza un incidente

SILVI. Un colpo dritto al mento, molto probabilmente partito accidentalmente da quel fucile da caccia che stava pulendo come aveva fatto già tantissime altre volte. La tragedia di un attimo. È morto così Antonio Cerne, 62 anni, conosciutissimo imprenditore nel settore dei surgelati con un nome legato alle gelaterie a cominciare dallo storico locale Tiziano di Silvi di recente finito anche nella guida del Gambero Rosso.

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A confermare la primissima ricostruzione dei carabinieri i successivi accertamenti tecnici, a cominciare da quelli balistici. Questo in attesa dell’autopsia disposta dal pm di turno Silvia Scamurra e affidata all’anatopomopatologo Pietro Falco che dovrebbe essere eseguita tra oggi e lunedì. Secondo la versione fornita dai militari la traiettoria della cartuccia, il colpo al mento e la posizione in cui è stato trovato il cadavere fanno ipotizzare che l’uomo avesse sistemato tra le gambe il fucile calibro 12 con la canna rivolta verso l’alto per pulirla all’interno usando l’apposito scovolino. Un colpo accidentale (che secondo gli investigatori avrebbe fatto escludere l’ipotesi del suicidio) partito intorno alle 11 di ieri in un piccolo locale attiguo proprio alla gelateria, nello stabile di via Colombo che ospita sia lo storico negozio sia l’abitazione. I primi ad intervenire sono stati proprio i familiari, a cominciare dalla moglie dell’uomo che in quel momento era in casa. I soccorsi sono stati immediati e in poco tempo sul posto sono intervenute le ambulanze del 118, ma per l’imprenditore non c’era più niente da fare. Sia il fucile che il materiale usato per la pulizia dell’arma sono stati sequestrati e nelle prossime ore saranno oggetto di mirati accertamenti tecnici disposti dalla Procura.
Secondo la versione fornita dai militari l’uomo era un appassionato di armi. Nel locale in cui si è consumata la tragedia, sempre dalla ricostruzione fatta dai carabinieri, custodiva tre fucili tutti da caccia tutti regolarmente detenuti. Un passione confermata dai familiari che ai militari hanno raccontato come proprio in quel locale attiguo all’abitazione l’uomo fosse solito intrattenersi proprio nelle operazioni di pulizia delle armi.
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