SANITA'

Ricoveri, a Teramo 64 milioni di mobilità passiva

In aumento il numero di pazienti che va a farsi curare fuori Asl. Il manager Fagnano: è indispensabile un accordo che blocchi la fuga verso le Marche

TERAMO. Sembra inarrestabile il flusso di teramani che va a farsi curare fuori della Asl di Teramo. Gli ultimi dati a disposizione parlano chiaro: in un anno la cosiddetta mobilità passiva è aumentata, per i ricoveri, di più di un milione 200mila euro, passando da 63 milioni 563mila del 2012 a 64 milioni 682mila del 2013. Su questi dati – quelli del 2014 non sono disponibili, sono ancora in fase di elaborazione – il direttore generale della Asl, Roberto Fagnano, ha avviato un’analisi volta, ovviamente, a cercare di invertire la tendenza.

«La mobilità passiva ha molte cause», esordisce il manager, «le piccole province hanno una soglia fisiologica in quanto non riescono a offrire tutti i tipi di prestazioni e subiscono i grandi centri di attrazione». Fagnano si riferisce anche a quelli che vengono definiti in gergo “costi comuni aziendali”, appunto le prestazioni che una Asl non offre e che, si deve dire, a Teramo sono in lieve calo (6 milioni 332mila euro, circa 100mila euro in meno dell’anno precedente). Ma non è questo che preoccupa il direttore generale. «I pazienti vanno fuori anche per interventi a bassa complessità: non c’è una spiegazione logica, visto che sono ordinariamente erogati dalla Asl. Allora o è la Asl che non è in grado di dare un servizio o c’è qualcuno che indirizza i pazienti fuori regione. Penso, ad esempio, a tutti i medici abruzzesi che nel corso degli anni si sono trasferiti – nel pieno della legittimità – fuori regione, soprattutto nelle Marche», osserva il manager.

C’è da dire che i teramani preferiscono disertare i quattro ospedali della provincia soprattutto per le discipline chirurgiche: in totale in un anno la spesa per ricoveri fuori Asl è stata di quasi 32 milioni , di cui 22 fuori regione. Seguono, con molto distacco, le discipline mediche con 13 milioni di cui 6.778 fuori regione. La differenza fra le due voci è che mentre la prima è in ascesa (in un anno è aumentata di quasi un milione), la seconda è in calo (quasi 900mila euro in meno). Scendendo ancor più nel dettaglio, l’intervento per cui c’è l’esodo più costoso riguarda le protesi d’anca e di ginocchio che rappresentano una spesa di 2 milioni 752mila euro, segue la chiemioterapia (un milione 131mila). Guardando invece non al valore ma al numero di prestazioni, il primato è dei 391 interventi su spalla, gomito o avambraccio, seguoto da 378 cicli di chemio.

«Non è facile trovare gli strumenti, ma non possiamo ignorare che noi mandiamo 41 milioni e passa fuori dell’Abruzzo», fa notare Fagnano, «il cittadino ha diritto a curarsi dove vuole, ma la mobilità deve avere delle regole perchè incide pesantemente sui conti economici. Buona parte dei nostri pazienti sono diretti nelle Marche, dove peraltro i privati non hanno limiti alla mobilità attiva. Ma Le Marche e la confinante Emilia Romagna hanno disciplinato il flusso di prestazioni, a differenza dell’Abruzzo. Anche fra Marche e Abruzzo ci vuole un accordo di confine».

C’è poi tutta la partita della medicina ambulatoriale, in aumento del 7,7% rispetto all’anno precedente (8 milioni 861mila euro nel 2013). E’ una voce che va sommata a quella dei ricoveri. Solo per la radiodiagnostica (dalle risonanze alle Tac, alle Pet) la spesa della mobilità passiva extra regionale arriva a quasi 3 milioni. In questo caso la spiegazione è semplice: il fabbisogno della provincia di Teramo è molto più elevato rispetto a quello che è la dotazione di macchinari della Asl (una sola risonanza e un’altra in affitto, ad esempio) peraltro con un privato praticamente inesistente. L’unica struttura accreditata dalla regione, Radiosanit di Roseto, ha un budget di appena 73mila euro. Se i budget, che in questi giorni vengono decisi in Regione, rimangono quelli del passato e non vengono calibrati sulle effettive esigenze della popolazione, la lotta contro la mobilità passiva, per questo ambito, rimarrà una chimera.