Roseto, ricorso al Tar contro la tassa di soggiorno 

Le associazioni turistiche chiedono di bloccare la delibera del Comune: «Per noi ci saranno solo danni»

ROSETO. Dopo l’approvazione della delibera sull’imposta di soggiorno nell’ultimo consiglio comunale, le associazioni turistiche rosetane annunciano ricorsi al Tar. Si tratta di Roseto Incoming, Roseto albergatori, Faita Federcamping e Cooperativa balneatori Roseto e Pineto.«La tassa di soggiorno è stata approvata dal sindaco Di Girolamo e dall’amministrazione comunale», dicono le associazioni», «senza alcun confronto preventivo con le associazioni turistiche di Roseto. Secondo noi alcuni danni che l’imposta di soggiorno arrecherà alla comunità rosetana saranno l’aumento della disoccupazione giovanile e femminile nei lavori stagionali, danno di immagine e la perdita di competitività nei confronti delle altre località rivierasche».
Le associazioni turistiche, per evitare la tassa, avevano proposto all’amministrazione di autotassarsi per fare in modo di far fronte alle esigenze economiche cittadine e migliorare alcuni servizi legati alla manutenzione della città e alla cura del verde pubblico. «La nostra proposta, purtroppo, non è stata neanche presa in considerazione», precisano le associazioni, «abbiamo ottenuto sempre e solo un atteggiamento di netta chiusura da parte degli amministratori comunali che sono andati avanti fino a giungere alla recente deliberazione per l’introduzione dell’imposta di soggiorno decisa in un travagliato consiglio comunale che, secondo le opposizioni, contiene numerosi aspetti di illegittimità». L’intenzione delle associazioni era quella di concertare la programmazione turistica insieme all’amministrazione, a esperti e titolari di attività turistiche studiando congiuntamente un serio programma triennale per individuare il “brand” per per il futuro. «Invece di fare ciò», spiegano le associazioni, «questa amministrazione si è preoccupata di tartassare categorie produttive che, annualmente, creano centinaia di posti di lavoro senza preoccuparsi dei risvolti negativi sull’economia cittadina. Per questi motivi abbiamo ritenuto opportuno dare mandato ad un nostro legale per verificare se ci sono gli estremi per un ricorso amministrativo teso ad evitare l’efficacia della deliberazione assunta impedendo in questo modo l’applicazione di un’ulteriore, inutile e dannoso balzello che danneggerà l’immagine della città». I dubbi sollevati dalle associazioni sull’introduzione dell’imposta sono l’utilizzo degli introiti e il fenomeno degli affitti non dichiarati. «Nel corso del consiglio comunale è stato detto a chiare lettere che l’imposta di soggiorno non servirà per iniziative legate al turismo», specificano le associazioni, «ma soprattutto per consentire all’amministrazione comunale il raggiungimento degli equilibri di bilancio, praticamente quello che accade in molti Comuni italiani che l’hanno introdotta. Sapevamo tutto questo ed anche per questi motivi abbiamo sempre espresso la nostra contrarietà verso questa ipotesi di introduzione, tenuto conto anche del notevole fenomeno degli affitti non dichiarati, non soggetti all’imposta di soggiorno».
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