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Salvata con complicato intervento all’addome

Gizzonio: «La chirurgia generale e quella toracica hanno bloccato una grave emorragia»

SANT'OMERO. Era rimasta ferita gravemente in un incidente stradale a Martinsicuro, 22 giorni fa. Dopo tre interventi di alta chirurgia, i "bisturi" del "Val Vibrata" le hanno salvato la vita. La 48enne campana ora si è svegliata e si trova in osservazione allo Spallanzani di Roma. La donna residente a Martinsicuro era arrivata all’ospedale di Sant'Omero per un grave shock emorragico da rottura della milza ed esplosione del fegato.

La situazione era apparsa immediatamente grave. L'equipe guidata da Domenico Gizzonio aveva eseguito l'intervento sull'addome togliendo la milza ma l'emorragia non si era fermata. Si era cercato, a quel punto, di fare l'emostasi sul fegato (il cui lobo destro era letteralmente esploso) con potenti coagulanti, tamponamento con garze e clampaggio della grande vena che va al fegato e dell'arteria epatica. Ma l'emorragia seppure in modo minore, continuava. L'epatectomia destra d'urgenza era l'ultima soluzione, ma quel che restava del fegato non sarebbe stato sufficiente a garantire la sopravvivenza della 48enne campana.

A quel punto, il lavoro chirurgico ha mirato a devascolarizzare il fegato esploso. L'emorragia si era ridotta, ma non del tutto. Chiuso l'addome si è pensato al torace perché anche qui era in corso una grave emorragia. Con due drenaggi è stato svuotato l'emitorace destro di circa due litri di sangue. L'emorragia si era arrestata. Erano le 2,30 (la donna era arrivata alle 20.30) quando la paziente è stata portata in rianimazione seguita dall'equipe diretta da Pietro Dursi. Il mattino dopo la situazione era precipitata nuovamente. «Dai drenaggi toracici fuoriusciva nuovamente sangue in abbondanza, il mediastino (cuore e grossi vasi) si era spostato a sinistra con grave compromissione del ritorno di sangue al cuore», spiega Gizzonio, «È qui che è scattata la fruttuosa collaborazione con la chirurgia toracica di Teramo, diretta da Roberto Crisci. A Sant'Omero è arrivato per operare Maurizio Vaccarili. Il sanguinamento proveniva da una vasta lacerazione del polmone». Gizzonio e Vaccarili hanno fatto una resezione del polmone con arresto dell'emorragia, stabilizzando con protesi le numerose fratture costali. Alle 13 la paziente era tornata in rianimazione. Ora sta meglio. «C'è stato anche grande supporto da parte del primario del centro trapianti Spallanzani di Roma, Giuseppe Ettorre», commenta Gizzonio, «Per le fasi finali di recupero abbiamo, infatti, deciso di trasferire in elicottero la 48enne a Roma dove abbiamo ricevuto complimenti per il nostro operato. Questo è l'esempio di una sanità che funziona. In un presidio periferico è stato fatto un intervento degno dei migliori centri di chirurgia ultraspecialistici. La paziente non sarebbe mai arrivata viva in un ospedale principale e non è stata trasportabile per molti giorni. Il Val Vibrata è un ospedale piccolo ma con competenze di grande spessore».

Alex De Palo

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