Satellite per prevedere l’arrivo dei virus 

D’Alterio: «Il meteo influenza i loro spostamenti tramite gli insetti. Con l’intelligenza artificiale elaboriamo l’enorme mole di dati»

TERAMO. L’istituto zooprofilattico punta sull’intelligenza artificiale. Nei diversi filoni di ricerca che l’istituto sta portando avanti, ne spicca uno che abbina quest’ultima all’analisi dei dati provenienti dai satelliti.
«L’istituto ha stretto relazioni con l’Agenzia spaziale europea», spiega il direttore generale Nicola D’Alterio, «vincendo un bando da 150mila euro che si aggiunge a un protocollo d’intesa per un dottorato di ricerca con l’Università di Modena e Reggio Emilia, all’avanguardia negli studi sull’intelligenza artificiale. Stiamo conducendo una ricerca in cui utilizziamo l’intelligenza artificiale per studiare le immagini dei satelliti e avere dati con cui prevedere la diffusione dei virus e delle malattie infettive. Molti virus infatti sono veicolati dagli insetti che crescono e si spostano solo in determinate condizioni, come umidità e vento. Con questi studi prevediamo i movimenti degli insetti e su questo riusciamo a fare piano di controllo. E' in sperimentazione su tutto il territorio nazionale. Per esempio quest'anno siamo riusciti a prevedere in Sardegna un sierotipo di Blue tongue diffusa dai culicoides (un tipo di insetto, ndr) combinando diversi fattori climatici, dalle correnti fino ad arrivare alla presenza di erba. L'intelligenza artificiale aiuta a combinare i tantissimi fattori e alla fine dà un'indicazione, una mappa del rischio». Insomma, a breve si potrà intervenire sulla diffusione delle malattie facendosi aiutare dai satelliti meteo.
Ma non è tutto. L’istituto zooprofilattico sta conducendo ricerche, sempre con il supporto dell’intelligenza artificiale, anche in un altro campo basilare per il futuro dell’uomo: l'antibiotico-resistenza. «L’Oms ha ipotizzato che entro il 2050 le morti per resistenza all’antibiotico», spiega D’Alterio, «supereranno quelle per i tumori. Noi usiamo l'intelligenza artificiale per stabilire quali sono i geni che producono la resistenza antibiotica in un batterio. Attraverso lo studio dell'intero genoma del batterio con l'intelligenza artificiale analizziamo quale pezzo del patrimonio genetico la trasmette: riusciamo a fare il sequenziamento genomico di tutto il patrimonio genetico di un batterio». Non è un caso che l’istituto è centro di referenza per la genomica dal 2017.
«L’intelligenza artificiale è un campo vasto in cui lavoreremo anche in futuro, pensiamo anche di utilizzarla nel riconoscimento degli animali», conclude il direttore generale facente funzione.
La presidente Manola Di Pasquale si sofferma sulle molteplici attività di ricerca «di rilevanza mondiale, alcune sconosciute alla popolazione, che l’istituto svolge. Cito ad esempio le collaborazioni con molti Stati dell’Africa volte a comprendere lo sviluppo di alcuni fenomeni, come i virus, che possono espandersi in altri territori con danni alla flora, alla fauna e all'essere umano. Alcuni virus si sviluppano in Africa, quindi in territori vicini a noi: studiarli significa fare prevenzione anche per i nostri territori».La presidente parla poi di una serie di banche dati di cui si è dotato lo Zooprofilattico: «Abbiamo attivato l'anagrafe degli animali in tutta Italia e che abbiamo esportato questo sistema in altre nazioni. Tutto ciò ci permette di avere una visione ampia per comprendere e prevenire vari fenomeni. E in questo rientra il ricorso all’intelligenza artificiale che aiuta ad elaborare l’enorme mole di dati, in ricerche volte alla tutela della salute umana e animale». Di Pasquale fa infine notare che le molteplici attività vengono portate avanti usando soldi che non provengono dal fondo sanitario, «ma per quasi il 70% da progetti comunitari internazionali e nazionali».
©RIPRODUZIONE RISERVATA