Scontri fuori dal Fadini, tutti prosciolti 

Non ci sarà processo per 14 tifosi giallorossi e sei marsicani: mancano prove della loro partecipazione agli incidenti 

GIULIANOVA. Erano finiti davanti al gup in venti con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate e danneggiamento per gli scontri avvenuti nel 2015 al termine della partita tra Giulianova ed Avezzano, quando al termine della gara, che sul campo si era conclusa 0-0, i tifosi usciti dai rispettivi settori si erano affrontati dietro allo stadio Fadini di Giulianova con cinghie e bastoni. Negli scontri, anticipati dal lancio di sassi e petardi, erano rimasti feriti due carabinieri. Ieri mattina, al termine dell'udienza preliminare davanti al giudice Roberto Veneziano, 14 tifosi del Giulianova e sei dell'Avezzano sono stati prosciolti da tutte le accuse e il gup ha dichiarato il non doversi procedere per tutti gli imputati. A processo, per quegli scontri, erano finiti Mirco Leone, Stefano Lolli, Luciano Di Francesco, Marco Palmaricciotti, Leonardo Verona, Francesco Santedicola, Simone Tentarelli, Stefano Bellagamba, Davide Mascetti, Emiliano Lelii, Gianluca Tripponi, Davide Corneli e Cesare Stacchiotti, tutti di Giulianova; Giuseppe Di Tullio di Vasto; Daniele Caringi, Gianluca Caringi, Luca Sorgi, Giancarlo Baldini, Aldo Ranieri e Domenico Ridolfi, tutti di Avezzano.
I fatti contestati ai 19 tifosi risalivano all'8 novembre del 2015 quando secondo l'accusa si erano resi responsabili di violenti scontri fuori al Fadini nei quali erano rimasti feriti due carabinieri, di cui uno raggiunto da un sasso che lo aveva colpito al ginocchio. Quel giorno, secondo quanto ricostruito all'epoca, al fischio finale dell'arbitro i primi petardi erano stati fatti esplodere nell'area degli ospiti. Quindi sia i tifosi giallorossi sia quelli marsicani erano stati fatti defluire dai rispettivi cancelli, ma mentre i tifosi dell'Avezzano stavano per essere accompagnati agli autobus un gruppo di ultrà giuliesi aveva raggiunto il piazzale che si trova dietro lo stadio, dove era iniziata una sassaiola. Solo l’intervento immediato di carabinieri e polizia aveva evitato il peggio. In seguito a quell'episodio per tredici tifosi del Giulianova e per cinque tifosi dell'Avezzano erano scattati anche i Daspo, con una durata dai due ai tre anni.
Ieri mattina, nel corso dell'udienza preliminare, l'avvocato Francesco Mastromauro, che difendeva alcuni degli imputati, nella sua arringa ha sottolineato come agli atti non risultasse presente alcuna documentazione fotografica che comprovasse l'effettiva partecipazione degli imputati agli scontri dell'8 novembre. Per Mastromauro, infatti, l'unico dato relativo alla presunta partecipazione dei 19 ragazzi agli scontri sarebbero state le dichiarazioni dei “verbalizzanti della stazione carabinieri di Giulianova”, che avrebbero riferito di aver riconosciuto alcuni dei tifosi nel corso degli scontri. Dato che però, secondo il legale, non avrebbe certificato la partecipazione degli imputati alle violenze fuori dal Fadini ma al massimo la loro presenza come spettatori alla partita. In altre parole, per il legale, non vi era alcuna prova certa che i 19 tifosi avessero preso parte attivamente agli scontri. Da qui la richiesta di proscioglimento, alla quale si sono uniti anche gli altri legali. Una tesi accolta dal gup, che al termine dell'udienza ha dichiarato per tutti il non doversi procedere. Di diverso avviso il pm di udienza, il sostituto Stefano Giovagnoni, che aveva chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati. Il collegio difensivo era composto, oltre che da Mastromauro, dagli avvocati Giuseppe Di Giandomenico, Silvana Peracchia, Filippo Torretta, Alessandro Recchiuti, Silvia Daccò e Tania Reggiani.
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