Scuola digitale, Teramo ha il primato

L’istituto “Alessandrini-Marino-Forti” è uno dei 38 in tutta Italia in cui si sperimenta l’uso intensivo dei computer

TERAMO. Sono circa 1.500 gli studenti ipertecnologici d’Abruzzo. Frequentano l'istituto di istruzione superiore "Alessandrini-Marino-Forti", uno dei 38 in Italia (su 8.519)che si fregia del titolo scuol@2.0. L’istituto teramano – che raggruppa Itis, Geometri e Ipsia – stato segnalato nell’inchiesta sull’informatica nelle scuole pubblicata ieri sul Corriere della sera da Gian Antonio Stella.

L’obiettivo che si prefigge il ministero con il "Patto per la Scuol@2.0" è sperimentare una didattica innovativa, basata su nuovi ambienti di apprendimento, che risponda alle aspettative delle nuove generazioni di studenti e sia coerente con le trasformazioni della società. La speranza è che non fallisca come – fa notare Stella – tutti gli altri progetti sull’argomento dal 1988 a oggi.

Ma stando a quel che accade nei tre istituti teramani – gli unici d’Abruzzo – le premesse per il successo dell’iniziativa ci sono tutte. La preside, Stefania Nardini, è orgogliosa dei risultati raggiunti sin qui. «La scuola2.0, che non riguarda una classe o un gruppo di insegnanti ma coinvolge l'istituzione scolastica nella sua interezza, si pone l'obiettivo di realizzare la vision di una scuola all'avanguardia, bella e funzionale, dove gli studenti stanno bene, sono protagonisti e vengono preparati alle nuove professionalità nate con lo sviluppo di internet e che attualmente nella scuola stentano ad emergere».

Nel dettaglio di come si fa a diventare scuola tecnologicamente avanzata scende Mauro De Berardis, docente di Informatica dell'Itis e responsabile del progetto. «Grazie al Patto per la Scuol@2.0, abbiamo potuto incrementare ulteriormente le nostre già buone dotazioni tecnologiche: in ogni aula abbiamo tolto la lavagna di ardesia e installato un pc integrato nella cattedra, una Lim(lavagna interattiva multimediale, ndr), un videoproiettore e il collegamento internet. Questo consente di svolgere lezioni più vivaci, attraenti ed efficaci e il riscontro degli studenti è molto positivo. In quattro classi (la IV BI e IVE dell’Itis, la III B dell’Ipsia e la III A dell’Itg, ndr) è in corso la sperimentazione dell'uso del tablet durante le lezioni, per capire come passare alla fase successiva della Scuol@2.0 in cui in ogni studente disporrà di un proprio dispositivo e potrà interagire con Lim e insegnante. In due classi (IVBi e IVE dell’Itis, ndr)è iniziata la sperimentazione dell'utilizzo della piattaforma MyEnglishLab della casa editrice Pearson per lo studio dell'inglese, nell'ambito del progetto Efficacy cui collabora anche l'università Bocconi». Gli studenti – è solo uno dei vantaggi – fanno conversazioni in inglese on line.

Il professore cita poi «aule “one to one computing” in cui ogni studente dispone di un pc, uno spazio web in cui gli studenti scaricano lezioni e materiali didattici, condividono esperienze e fruiscono in modalità e-learning di corsi di recupero o sostegno personalizzati, in una sorta di scuola aperta 24 ore su 24». Ben 55 aule delle 67 dei tre istituti sono attrezzate con supporti tecnologici, e per le altre è in corso l’adeguamento. E così è normale fare lezioni in tutte le materie seguendo immagini, filmati e attingendo da internet ogni tipo di informazione e supporto.

La preside sottolinea che «in ogni aula grazie alla cattedra elettronica e all'impegno dei docenti, la didattica sta cambiando con grande soddisfazione dei nostri studenti. Attraverso gli strumenti multimediali, docenti e studenti vengono coinvolti in un processo di costruzione e sviluppo, non di semplice riproduzione di conoscenze, abilità e competenze. E' una modalità di lavoro, o meglio una forma mentis, dove insegnanti e studenti ricercano, sperimentano con fantasia e creatività. Gli studenti imparano in modo attivo, collaborando e lavorando in gruppo e utilizzando strumenti multimediali a loro familiari. I docenti non sono più i depositari delle conoscenze ma diventano coloro che insegnano "come fare a sapere"».

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