Scuole sicure, si riparte quasi da zero 

Nessuna nuova struttura sarà realizzata dopo il sisma. D’Alberto: «Aspettiamo i dati del Cnr per avviare gli adeguamenti»

TERAMO. Si riparte da zero o poco più. Il suono della prima campanella in città, a due anni dai primi terremoti che hanno seminato paura e incertezza, ripropone i problemi irrisolti per la sicurezza delle scuole. «Non è stato fatto molto finora», ammette il sindaco Gianguido D’Alberto al termine del giro con gli assessori Maria Cristina Marroni, Stefania Di Padova e Simone Mistichelli nelle strutture che ieri hanno riaperto i battenti, «ricominciamo di fatto da dove ci eravamo lasciati durante l’emergenza». Non a caso la visita del primo cittadino tocca in particolare il complesso della Molinari che ospita alunni della San Giuseppe e della Savini sfrattati dal sisma che ha reso inagibili le sedi storiche delle scuole elementari e medie in centro. «Abbiamo finanziamenti per recuperarle entrambe», sottolinea il primo cittadino, «ma serve una pianificazione chiara». La mancanza di un programma definito e coerente degli interventi da mettere in campo è stata lamentata fino a poco tempo fa da D’Alberto nelle vesti di consigliere di opposizione e dunque ora, eletto primo cittadino da meno di tre mesi, non può che confermare questa esigenza.
Tanto più che in Comune non ha trovato traccia delle nuove scuole sicure di cui si è parlato spesso in piena crisi sismica. A parte quella di Colleatterrato, concepita ben prima delle scosse e in ritardo di realizzazione, nulla di concreto c’è mai stato sulla media da realizzare al posto del bike hotel nell’area del vecchio stadio. «Al di là del fatto che i fondi per la riqualificazione nella zona sono stati bloccati dal governo in quanto rientrati nel bando per le periferie», ricorda il sindaco, «la somma assegnata non sarebbe stata sufficiente a realizzare la nuova scuola». Niente si è definito anche per l’area a ridosso della D’Alessandro. Accantonata l’ipotesi dei Musp, i moduli provvisori a gran voce richiesti dai comitati dei genitori, è sparita dall’orizzonte anche l’ipotesi di allestire una struttura definitiva con stanziamenti messi a disposizione dal commissario alla ricostruzione. «È stata fatta la scelta di puntare sul recupero della San Giuseppe», sottolinea il sindaco, «per cui l’altra possibilità è tramontata». Manca ancora un tassello anche nella lunga procedura per la definizione degli indici di vulnerabilità e gli interventi di consolidamento nelle scuole ancora in funzione. «Siamo in attesa degli approfondimenti richiesti al Cnr», chiarisce D’Alberto, «poi avremo tutti gli elementi per avviare la pianificazione». La fase programmatoria sarà comunque partecipata. «Apriremo il tavolo con enti, istituzioni e associazioni», conferma il sindaco, «nel quale saranno concordati progetti e le fasi della loro realizzazione». ll punto cruciale resta quello della sicurezza. «Spetta a noi garantirla», osserva D’Alberto, «è la priorità su cui lavorare». La visita nelle scuole che hanno appena riaperto le porte a studenti e insegnanti, insomma, assume un significato particolare. «Non è la solita passerella», conclude il sindaco, «ma un segno di collaborazione».
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