Sesso in cambio di droga: a processo 

L’accusa: mamma e figlia violentate per anni dallo spacciatore. L’uomo è in carcere dopo la denuncia delle donne

TERAMO. Una storia nata in un ambiente degradato dalla tossicodipendenza di una madre e di una figlia, lasciate sole ad affrontare quello che è l’inferno della droga. Ora sarà un processo ad accertare la verità. Almeno quella giudiziaria. Così ha deciso ieri il gup Roberto Veneziano che ha rinviato a giudizio l’uomo accusato di averle violentate per anni: rapporti sessuali in cambio di droga. Lui è un 68enne originario della Sicilia residente da tempo nel Teramano, loro due donne residenti in un paesino della Val Vibrata.
L’uomo è accusato di spaccio e violenza sessuale aggravata con i fatti che, secondo l’accusa, sarebbero iniziati quando la ragazza aveva poco più che 17 anni, quindi era minorenne. Per l’imputato, da febbraio in carcere, ieri la difesa ha chiesto gli arresti domiciliari in Sicilia (richiesta su cui il giudice si è riservato). Tutto inizia nel 2016 quando i carabinieri, che indagano su un giro di droga, notano che dalla casa dell’uomo ogni giorno entra ed esce una giovanissima. Capiscono che è una consumatrice e la bloccano con la dose di eroina nascosta nella borsa. Lei racconta che ormai da anni fa uso di eroina. Non lavora e quindi non la paga, ma per avere quei due grammi al giorno che le servono l’uomo da cui la prende la obbliga ad avere rapporti sessuali. La stessa cosa che in precedenza ha fatto con sua madre, racconta ancora la ragazza. Perchè lei, dice agli investigatori, quell’uomo lo ha conosciuto anni prima nella casa in cui vive con la mamma. Le cedeva eroina, si faceva pagare con il sesso. Così ha fatto anche con lei, forse da quando aveva poco più che 17 anni. La storia prende forma nella cronaca di accertamenti e testimonianze che gli investigatori mettono insieme in un brevissimo tempo.
Le indagini diventano un atto d’accusa che finisce sul tavolo del sostituto procuratore Greta Aloisi che chiede ed ottiene l’ordinanza di custodia cautelare per l’uomo, già conosciuto alle forze dell’ordine, che viene arrestato con una lunga serie di ipotesi di reato contestate e, in alcuni casi, aggravati dal fatto di averle commesse su una minore.
Ma è evidente che in un’indagine complessa come questa le testimonianze delle due donne, punto di forza dell’accusa, devono essere cristallizzate e così è stato fatto nell’ambito di un incidente probatorio che si è svolto l’anno scorso e durante il quale mamma e figlia hanno raccontato l’inferno in cui sono precipitate. Nel corso dell’udienza preliminare la ragazza si è costituita parte civile. La prima udienza del processo è fissata per l ’11 gennaio davanti al collegio in composizione collegiale.
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