«Si fanno la guerra sul cadavere della città»  

L’attacco di Manola Di Pasquale al centrodestra. Critici anche gli ex consiglieri e Pepe

TERAMO. «L'amministrazione è caduta perché non riusciva a governare e si è divisa sul potere, non sulla visione della città». Ad affermarlo è Manola Di Pasquale, ex candidata sindaco ed ex consigliere comunale del Pd, ora presidente dell'Istituto zooprofilattico. Secondo lei il centrodestra ha sacrificato «sull'altare del potere» il tessuto commerciale del centro, il lavoro, il sociale, l'associazionismo e i progetti strategici. «È intollerabile il cinismo con il quale, in questi giorni e in queste ore, sul cadavere della città, un centrodestra in guerra dentro casa sua, fa proclami per il futuro vantandosi di liste già pronte e di candidati ineguagliabili, invece di scusarsi con i teramani», osserva Manola Di Pasquale, «hanno già perso: la città si è svegliata e quelle liste e quei candidati pronti – che escludono ogni percorso di democratica partecipazione, di ascolto della città viva, di valorizzazione delle energie e dei valori delle persone – suscitano enorme inquietudine». A detta dell'ex consigliera «il centrosinistra ha una grande opportunità che va colta con un senso di responsabilità» puntando su dialogo con i cittadini, rete delle forze alternative al centrodestra e «un progetto forte, autorevole, riconoscibile e immediatamente spendibile». Si tratta di avviare un «processo di ricostruzione», conclude, «che si distanzia anni luce dalle liste e dai nomi già pronti nei cassetti di chi ha tramato contro la città per mantenersi un posto al sole».
Anche l'assessore regionale del Pd Dino Pepe invoca responsabilità «che significa mettere da parte l'io e costruire un noi fatto di progetti per avviare la fase del rilancio e della rinascita». Lo scioglimento del consiglio, fa notare, è la conclusione «di un percorso politico caratterizzato da continue lacerazioni e rotture, tutte riconducibili al centrodestra locale e alle diverse anime che lo compongono». Le tensioni e i ripetuti cambiamenti in giunta "hanno convogliato tutte le energie verso il mantenimento in vita dell'amministrazione Brucchi piuttosto che verso i reali problemi della città». Anche gli ex consiglieri comunali del Pd Flavio Bartolini, Alberto Melarangelo e Maurizio Verna evidenziano lo scontro interno al centrodestra. «Volano gli stracci», affermano, «il dimissionato Brucchi che attacca Gatti, Chiodi e Di Dalmazio; Gatti e Chiodi che attaccano Brucchi dicendogli che non è capace di fare il sindaco; il coordinatore provinciale Fanini che si dice rammaricato e manda attestati di stima a Brucchi; la maggioranza del comitato provinciale di FI che invece sostiene i firmatari delle dimissioni sfiduciando di fatto il segretario provinciale; Noi con Savini che parla di suicidio assistito e Pagano che parla di vile atto politico: questo è il famoso modello Teramo». (g.d.m.)
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