Leo Santoro, trovato morto in casa

Silvi, la fidanzata lo trova morto in casa: è un giallo

La vittima è Leo Santoro di 31 anni: si sospetta l'overdose ma non c'è traccia di droga. Era stato accusato dell'omicidio del padre

SILVI. Quando è stata trovato in casa privo di vita il cuore aveva già smesso di battere da qualche ora. Il suo appartamento era a soqquadro, ma sul corpo nessun chiaro segno di violenza. Per il momento è un giallo la morte di Leo Santoro, piastrellista di 31 anni di Silvi , il cui cadavere è stato scoperto ieri mattina dalla fidanzata. È stata lei a chiamare i soccorsi, ma per il giovane non c’era più niente da fare. Il caso adesso è nelle mani dei carabinieri della compagnia di Giulianova e della stazione di Silvi che hanno avviato le indagini e hanno ascoltato la ragazza. Si pensa che Santoro possa essere stato stroncato da un’overdose di droga o di farmaci perché in passato aveva fato uso di stupefacenti, ma in casa non sarebbe stato trovato nulla che possa confermare questa ipotesi: né siringhe, né tracce di droga di alcun tipo, né farmaci che possono diventare letali se ingeriti in grande quantità o mischiati ad altre sostanze, tranne quali che lui prendeva regolarmente per i suoi problemi di salute. Il fatto che l’appartamento sia stato messo a soqquadro potrebbe far pensare alla presenza di estranei, o a una colluttazione, ma l’assenza di segni evidenti di violenza sul corpo della vittima farebbe cadere anche questa ipotesi. Secondo gli inquirenti, il grande disordine trovato in casa potrebbe essere stato causato dai movimenti scomposti indotti da una crisi epilettica, un male di cui il 31enne soffriva da tempo e che potrebbe averne causato la morte. Una risposta a queste domande potrà venire dall’autopsia disposta dal sostituto procuratore di turno Laura Colica: l’incarico sarà affidato entro la giornata di oggi all’anatomopatologo Giusepe Sciarra e dovrebbe essere eseguito domani. La scomparsa del 31enne ha destato molta impressione a Silvi, anche perché ha ricordato a molti la tragica fine del padre Antonio, ucciso a coltellate nel suo letto nel 2003, quando aveva 62 anni. Una vicenda mai chiarita, per la quale venne sospettato lo stesso figlio Leo, accusato di avere assassinato il padre con la complicità di un amico per impossessarsi dei soldi che aveva vinto al Lotto. I due ragazzi, all’epoca ancora minorenni, venero prosciolti sette anni dopo dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale per i minorenni dell’Aquila. Sul loro contro, nonostante una lunga inchiesta, non emerse non solo delle prove evidenti, ma neanche dei gravi indici di colpevolezza, a cominciare dal fatto che i cinquemila euro frutto della vincita non erano stati toccati. Prima di essere massacrato con 18 coltellate, Antonio Santoro era stato tramortito con un colpo intesta, sferrato presumibilmente con un casco da motociclista. I caschi dei due ragazzi vennero esaminati, ma non emerse nulla, così come non venne trovato nulla di significativo nelle intercettazioni telefoniche. Ma, soprattutto, nessuna del tracce organiche trovate dai militari del Ris in casa del 62enne di Silvi apparteneva ai due ragazzi. Secondo il gup, dunque, quella pista investigativa, seguita dagli inquirenti per diversi mesi, non era quella giusta per cui dispose il proscioglimento dei due imputati. Le indagini condotte successivamente non hanno portato a niente di concreto e l’omicidio di Antonio Santoro è rimasto un caso irrisolto.

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