ai danni della scrittrice teramana clara terribile

Tentata estorsione, processo al boss della mala pugliese

TERAMO. Aveva accettato di raccontare alla scrittrice teramana Clara Terribile la sua storia di boss della malavita pugliese perché ne venisse fuori un libro-verità, ma prima della pubblicazione...

TERAMO. Aveva accettato di raccontare alla scrittrice teramana Clara Terribile la sua storia di boss della malavita pugliese perché ne venisse fuori un libro-verità, ma prima della pubblicazione aveva cambiato idea e aveva minacciato l’autrice, con telefonate e lettere, perché sospendesse l’iniziativa. Per questa vicenda si è aperto ieri davanti al giudice monocratico Flavio Conciatori il processo a Domenico Maria Castellabate, esponente di spicco della criminalità pugliese che deve rispondere dell’accusa di tentata estorisone nei confronti dell’autrice teramana. Un reato che , secondo il pm Stefano Giovagnoni, si sarebbe configurato perchè Castellabate – che aveva tentato di bloccare la pubblicazione del libro accampando motivi quali la mancanza di liberatorie da parte di alcuni personaggi citati – in realtà voleva trattare direttamente con la casa editrice – la Ded’A Edizioni di Roma – per trarne un suo vantaggio economico. Eppure era stato lui a raccontare la sua vita alla scrittrice teramana per farne un libro dal titolo emblematico – “Io non mi pento” – un racconto-confessione pubblicato nel 2012 in cui sono state ricostruite le vicende che lo vedevano protagonista, introdotto da una prefazione del noto criminologo Francesco Bruno. “Mimmo il foggiano”, questo il soprannome di Castellabate, nella sua lunga carriera criminale è stato affiliato alla Sacra corona unita, diventando uno dei boss più importanti e pericolosi della costa adriatica, una carriera per la quale ha scontato 29 anni di reclusione per vari delitti. Ai quali si aggiunge anche l’accusa di tentata estorsione. Il processo che si è aperto ieri è stato aggiornato al 20 ottobre prossimo per ascoltare i testimoni.

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