studio dell'università

Teramo, dall’olio di oliva il farmaco contro il cancro al colon

Dopo la scoperta che è in grado di aumentare un gene oncosoppressore ora i ricercatori di Biotecnologie puntano a creare derivati a uso terapeutico

TERAMO. Proprio a Teramo potrebbe vedere la luce il farmaco in grado di sconfiggere il cancro al colon.

Promette bene la seconda fase della ricerca condotta dall’università di Teramo che ha già rivelato il meccanismo con cui l’olio extravergine d’oliva è in grado di ridurre il rischio di sviluppare il cancro del colon: è infatti in grado di aumentare l'espressione del gene oncosoppressore Cnr1. Fin qui, quella che ormai è storia, anche se recente. Ma l’attualità è ancora più promettente. I ricercatori dell'unità di ricerca di Biochimica e Biologia molecolare dell'università di Teramo stanno isolando una serie di derivati dell’olio di oliva che possono andare poi a costituire un farmaco. «Se si trova composto che ha effetti sulla salute, quello stesso composto può essere isolato, stabilizzato e usato per creare derivati che possano essere impiegati come nuovi approcci terapeutici», spiega Enrico Dainese, il docente della facoltà teramana che coordina il pool di ricercatori, «il nostro obiettivo adesso è valutare l’efficacia, tramite sperimentazioni, di una serie di derivati dell’olio d’oliva».

Insomma – banalizzando, ma neanche poi tanto – è un po’ come avvenne tanti anni fa con l'acido acetilsalicilico, meglio conosciuto come aspirina, derivato dalla corteccia del salice. E se si arrivasse a produrre un farmaco grazie alle ricerche svolte a Teramo sarebbe un risultato non da poco: il cancro al colon-retto è al secondo posto, come incidenza, dopo quello alla mammella nella donna, e al terzo dopo quello di polmone e prostata nell'uomo. In Italia colpisce circa 40mila donne e 70mila uomini all’ anno.

«L'alimentazione e alcuni nutrienti specifici possono condizionare il funzionamento dei nostri geni, attraverso modificazioni epigenetiche», spiega Dainese, «l'epigenetica è lo studio dei fattori che determinano cambiamenti stabili, ma reversibili, nell'espressione dei geni, senza cambiamenti nella sequenza originale del Dna. Lo studio di tali processi può offrire da un lato la chiave per comprendere la natura dei disordini alimentari e delle malattie ad essi associate, dall'altro può fornire un aiuto prezioso per lo sviluppo di strategie, preventive o terapeutiche, alternative a quelle farmacologiche spesso inefficaci». I ricercatori dell’università di Teramo, con un innovativo approccio biochimico e di nutrigenomica, che combina lo studio della nutrizione con quello dell'espressione dei geni, «studiano l'attività biologica di prodotti alimentari di alta qualità, tipici abruzzesi, in confronto a varietà ad ampia diffusione nel mercato nazionale e internazionale». In questo contesto si inserisce lo studio che qualche mese fa – svolto col Campus bio-medico di Roma e in collaborazione con l'università di Camerino e il Karolinska Institute di Stoccolma, sotto la guida di Claudio D’Addario (Teramo) e Mauro Maccarone (Roma) – ha chiarito i meccanismi molecolari alla base della possibile azione anti-tumorale dell'olio di oliva. L’utilizzo di quest’ultimo nella dieta può prevenire il cancro al colon. Ma ora si va oltre e all’università di Teramo si tenta di arrivare a un farmaco.

C’è poi un’altra branca della ricerca che prende in considerazione «altri alimenti tipici del territorio, come lo zafferano, per identificare nuove molecole di interesse per il loro specifico effetto sulla salute. I risultati porteranno a nuovi criteri di valutazione del legame con il territorio mediante tipizzazione composizionale ed effetto sulla salute di prodotti abruzzesi anche per promuoverne la loro diffusione», conclude Dainese.

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