Teramo, decreto sisma: inizia la battaglia alla Camera

I parlamentari teramani presentano gli emendamenti: sono un’ottantina Chiesti aiuti anche per le frane, agevolazioni fiscali e l’estensione del cratere

TERAMO. La battaglia entra nel vivo. Dopo la manifestazione a Roma per chiedere la modifica del decreto sisma, ora è iniziato l’iter parlamentare per la sua modifica. Nei giorni scorsi sono stati definiti, a firma del presidente della Provincia Renzo Di Sabatino e del sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, gli emendamenti che ieri mattina sono stati trasmessi ai parlamentari Tommaso Ginoble, Giulio Sottanelli e Paolo Tancredi per la presentazione alla ottava commissione (per l’ambiente) della Camera dove il provvedimento è in discussione. Sarà la commissione a decidere quali proposte possono essere dichiarate ammissibili e in questa fase sia il relatore che il Governo possono presentare dei propri emendamenti. Una volta votato dalla commissione, il decreto legge, così come emendato, passa prima alla Camera e poi al Senato. La legge dovrà essere licenziata entro i primi dieci giorni di aprile.

Le proposte – che integrano quelle già presentate dall’Unione delle Province Italiane e dall’Associazione nazionale dei Comuni – si muovono su alcuni principi di fondo: l’estensione di una serie di provvedimenti già previsti per i Comuni del cratere del sisma anche ai territori dei Comuni colpiti dall’eccezionale nevicata, l’estensione del cratere anche ai comuni di Isola del Gran Sasso, Colledara, Castel Castagna, Fano Adriano, Pietracamela, Basciano, Penna Sant’Andrea, l’eliminazione delle limitazioni previste per Teramo e l’estensione dei provvedimenti per il sisma anche ai territori con frane.

DI SABATINO. «Una serie di provvedimenti ragionati, frutto di giorni di lavoro, insieme agli uffici legislativi dell’ente, dell’Upi e dell’Anci», spiega Di Sabatino, «nulla di più e nulla di meno di quello che serve non solo per ricostruire il danno materiale ma anche per sostenere le economie locali in ginocchio, per frenare lo spopolamento, per darci una speranza. Dovremo monitorare ogni passaggio ed essere pronti a costruire alternative laddove non abbiamo risposte adeguate».

Fra l’ottantina di emendamenti è previsto di estendere le disposizione del decreto sisma anche agli immobili e alle strade danneggiati dalla neve e dalle frane; il contributo fino a 10 mila euro anche agli immobili lesionati ma non inagibili; il sostegno economico alle fasce deboli (Isee fino a 12 mila euro) residenti da almeno un anno nei territori danneggiati; il sostegno alle imprese danneggiate, anche quelle fuori dai Comuni del cratere, con il riconoscimento del “lucro cessante”. Poi una serie di provvedimenti a favore degli enti locali, Comuni e Province, e fra questi quelli che consentirebbero di recuperare il minor gettito dei tributi, i tagli operati dal Governo (contributi alla finanza pubblica). Seguono richieste mirate a raggiungere la sicurezza sismica nelle scuole; a prorogare gli ammortizzatori sociali in deroga anche fuori dal cratere e in maniera retroattiva; a sostenere l’università di Teramo (per contenere l’eventuale perdita di iscritti nei prossimi anni).

TANCREDI. Secondo il parlamentare di Ap Paolo Tancredi «ci sono tutti i presupposti perché i principali vengano accolti con un’ampia convergenza». «Sul piano prettamente finanziario», aggiunge Tancredi, «prevediamo il recupero delle somme di bilancio, già stanziate, per evitare che vengano inutilmente perse, e l’ampliamento delle esenzioni fiscali, sia della durata che del numero. Infine, vogliamo consentire che la Regione Abruzzo possa rimodulare le risorse comunitarie, in modo da svincolare alcune spese previste per altri capitoli e destinarle all’emergenza e al rilancio dell’economia locale». E poi segnala un emendamento di Area popolare in cui «I danni alle abitazioni, ai fabbricati, alle infrastrutture e alle attività economiche delle località Ponzano e di Castelnuovo causati dai recenti eventi franosi vanno assimilati ai danni causati dal sisma che ha colpito il Centro Italia». Si chiede che vengano stanziati immediatamente 10 milioni.

SOTTANELLI. Oltre agli emendamenti condivisi, il deputato di Scelta civica Giulio Sottanelli ne segnala alcuni a sua firma. «Una prima misura da me proposta – simile a quella inserita anche per il sisma del 2009 - prevede di destinare il 5% dei fondi stanziati per la ricostruzione allo sviluppo delle attività produttive che operano nel cratere, attraverso un programma di sviluppo concordato con Regione ed enti locali, che includa interventi a favore della localizzazione produttiva, dei servizi turistici e culturali, di ricerca, innovazione tecnologica e alta formazione, di sostegno alle attività imprenditoriali e per l’accesso al credito delle imprese e alla connettività anche attraverso banda larga. Una seconda misura prevede la possibilità per i cittadini e per le imprese che abbiano aderito, o intendano aderire entro il 31 marzo, alla rottamazione delle cartelle di pagare quanto dovuto spalmandolo fino a 48 rate mensili. La terza misura vuole incentivare la ripresa delle attività di imprenditori e piccoli autonomi favorendo l’insediamento di nuove partite Iva nei territori colpiti dal sisma e si propone di raddoppiare i valori soglia del regime dei minimi per i prossimi 5 anni».

DI STEFANO. Il deputato di Forza Italia Fabrizio Di Stefano segnala fra i vari emendamenti «la nomina del Presidente della Regione Abruzzo a commissario per la gestione dell'emergenza, in grado di definire misure per gli enti pubblici, i privati e le attività produttive; chiediamo la modificazione del patto di stabilità interno; l'allungamento dei mutui avvalendosi di Cassa depositi e prestiti; l'istituzione di zone franche e zone franche urbane; l'allargamento del cratere ad alcuni comuni della provincia di Teramo e Pescara; la proroga dell'applicazione del piano sanitario regionale abruzzese per le zone colpite dal terremoto del 2009 e del 2017.Inoltre, attraverso un question time in commissione, un provvedimento ad hoc per spostare la data del 31 marzo come termine ultimo per l'approvazione dei bilanci preventivi dei Comuni».

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