Teramo: ingegnere rifiuta un lavoro per non dover costruire armi 

Il racconto davanti al Papa durante il Sinodo dei vescovi: «Ero stato assunto da un’azienda che produce missili, ma sarei andato contro i miei valori»

TERAMO. Rifiuta un lavoro a tempo indeterminato per un'importante industria missilistica europea, anche se disoccupato, per non dover costruire armi e andare contro la propria coscienza. È la coraggiosa scelta fatta da un ingegnere aerospaziale di San Nicolò, Federico Di Iorio, classe 1990, quando era appena laureato e alla ricerca di un impiego. Esperienza di vita che ha raccontato sabato durante l'incontro dei giovani con Papa Francesco e i Padri sinodali nell'aula Paolo VI in Vaticano, in occasione della XV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi.
«Tutto ebbe inizio nel 2015», dice Federico di fronte ad una vasta platea, nel video integrale dell'incontro pubblicato da Vatican News su Youtube, «dopo essermi laureato nutrivo grandi speranze per il mio futuro lavorativo, nonostante il tasso di disoccupazione giovanile molto elevato anche nel mio settore. Dopo qualche mese speso ad inviare il curriculum in giro per l'Italia, iniziavo a perdere un po' di coraggio». Il giovane iniziava a valutare se fosse il caso di trasferirsi all'estero o "riciclarsi" in qualche altra applicazione industriale. «Mentre vivevo questa situazione tribolata», spiega Federico, «ricevetti un'inaspettata offerta di colloquio da un'azienda che rappresenta il principale consorzio europeo per la costruzione di missili e armi per la difesa. Non ero molto sereno. L'idea di contribuire alla costruzione di missili non rispecchiava affatto i miei valori, ma al contempo era incuriosito e allettato dall'idea di fare una prima vera esperienza di colloquio, e in un'azienda così grande».


Alla fine Federico decide di presentarsi al colloquio e, fattosi valere tra diversi candidati, dopo una settimana viene richiamato dall'azienda che gli comunica l'esito positivo. Il fatto di aver praticamente ottenuto il posto, però, non aveva cancellato i dubbi del giovane, diviso tra la prospettiva di un lavoro e i suoi valori morali. «Ero di fronte ad un bivio», sottolinea l'ingegnere, «da una parte un contratto a tempo indeterminato, sicuramente un buono stipendio e la possibilità di far carriera; e dall'altra rimaneva quello in cui credevo io, cioè l'idea di essere un uomo che si impegna nella costruzione di una società non violenta. C'erano anche i colleghi di studi che mi spingevano ad accettare». Il giovane alla fine prende la sua decisione senza ulteriori remore. «Grazie alla mia famiglia, alla mia ragazza, ai miei amici, che hanno sostenuto la mia causa e condiviso con me gli stessi valori», ha detto Federico, «sono riuscito ad ascoltare sempre più quella voce dentro di me che poi mi ha spinto a rifiutare. Ho comunicato all'azienda che non ero disposto a compromettere la mia persona per un semplice lavoro». Il giovane sottolinea che non si è trattato di una scelta facile in un momento in cui non aveva alternative, ma non per questo si è lasciato abbattere. «Ho continuato la mia ricerca, ho ricevuto altre proposte che mi hanno portato dove sono oggi, felicemente soddisfatto e realizzato per il lavoro che svolgo nella costruzione di motori per aerei in ambito civile». Termina così il racconto dell’ingegnere sannicolese, che ora lavora a Torino, salutato da un lungo applauso da parte di tutta la sala.
Dopo l’evento, sul suo profilo Facebook, l'assessore comunale Antonio Filipponi ha commentato così quanto testimoniato dal suo concittadino: «La pace si costruisce da scelte come questa, ma anche nelle piccole cose di ogni giorno. Noi lo ringraziamo perché è un esempio e un orgoglio per la nostra comunità!». Al post hanno fatto eco i commenti entusiasti di numerosi altri cittadini, altrettanto fieri della scelta fatta da Federico.
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