Teramo: lo credono morto, ma era in carcere 

Bancario arrestato per stalking all’ex moglie. Il nipote aveva chiamato i vigili del fuoco per sfondare la porta di casa

TERAMO. Stavano quasi per sfondare la porta, supponendo che si fosse sentito male o, peggio, fosse morto ma all’ultimo momento hanno scoperto che era in carcere, accusato di stalking. E’ accaduto ieri mattina in un’abitazione di vico del Nardo, in pieno centro a Teramo.
L’allarme è stato dato dal nipote dell’impiegato di banca sessantenne, che non riusciva a mettersi in contatto con lui da un paio di giorni. E dato che l’uomo viveva da solo, il premuroso nipote ha temuto un malore. Così ha dato l’allarme, sollecitando l’intervento delle forze dell’ordine, chiedendo che venisse forzata la porta dell’appartamento dove vive lo zio.
In pochi minuti in vico del Nardo sono intervenuti vigili del fuoco, carabinieri e personale del 118. Uno dispiego di forze per intervenire tempestivamente in caso il sessantenne si fosse sentito male. Vicino all’edificio si è anche radunata una piccola folla di curiosi, supponendo di assistere all’ennesimo dramma della solitudine di un anziano trovato morto in casa. Ma poi è arrivato lo stop: i carabinieri avevano chiamato l’ex moglie che ha chiarito loro che l’ex marito era stato arrestato proprio il giorno prima. Il dipendente di banca era infatti accusato di stalking e violenza contro la ex moglie, da cui si è separato nei mesi scorsi. E la donna ha raccontato ai carabinieri che non c’era stato nessun malore: il gip del tribunale di Teramo che aveva firmato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’ex marito, eseguita l’altro ieri dagli agenti della squadra mobile di Teramo. L’impiegato di banca era dunque vivo e vegeto ma in carcere a Castrogno. A carico dell’uomo era da tempo in corso un’indagine della procura. Pare che da mesi il sessantenne minacciasse l’ex moglie anche con aggressioni e violenze. Una persecuzione a cui la donna si era ribellata presentando denuncia.
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