Il vicepresidente della giunta regionale Giovanni Lolli

Teramo, Lolli: non perderemo l’acqua del Gran Sasso 

Il vicepresidente della giunta regionale sulla nota dei dirigenti che pone il veto al rifornimento. «La Regione è fatta da presidente e giunta, l’autorizzazione arriverà»

TERAMO. I teramani – e gli aquilani – non resteranno senza l’acqua del Gran Sasso. La rassicurazione arriva dal vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, all’indomani della pubblicazione sul Centro della lettera di cinque dirigenti regionali che nei fatti hanno posto il veto al rinnovo della deroga che consente le captazioni dall’acquifero del massiccio o all’avvio di una procedura ex novo per la concessione.

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Il problema, a questo punto, diventa tutto politico. Il tono di Lolli è perentorio: «Noi stiamo facendo un lavoro serio che si basa su tre punti. In primis la risoluzione definitiva attraverso una diversa captazione. L’Istituto nazionale di fisica nucleare ha già commissionato uno studio: è un’operazione possibile e non complicatissima, ma ha bisogno dei suoi tempi. Per il secondo punto i due Ato hanno già fatto visto quale strumento acquistare per fare un’immediata rilevazione e valutazione su eventuali sversamenti. Infine è quasi pronto il protocollo che Regione e Arta hanno scritto per regolare rapporti con l’Autostrada e l’Infn. La prossima settimana riuniamo il comitato, il cui lavoro andrà avanti a ritmi serrati».
L’attività del comitato presieduto da Lolli andrà di pari passo con la concessione della proroga alle captazioni. «La proroga è legata al fatto che ci serve il tempo per fare lavori di messa in sicurezza», dice infatti il vicepresidente, «la Regione si assume questa precisa responsabilità». Ma ben cinque suoi dirigenti hanno posto il veto. «La Regione», risponde seccamente, «la rappresenta la giunta e il presidente. E noi stiamo affrontando il problema senza clamori e senza chiacchiere. Senza sottovalutazioni, nè isterismi». La messa in sicurezza delle captazioni dovrebbe avvenire in tempi relativamente brevi. «L’Autostrada deve fare lavori importanti per il 2019, per quella data contiamo di aver terminato tutti i lavori. Ci tengo a dire che la fonte del problema risiede al 10% nel Laboratorio e al 90% nell’autostrada». Lolli intanto annuncia che il direttore del laboratorio ha invitato per il 6 giugno «i sindaci a fare una visita approfondita per capire che accade là sotto».

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Il presidente del Ruzzo Antonio Forlini, sottolinea che i dirigenti regionali hanno individuato una possibilità per rendere possibili le captazioni: le dichiarazioni di emergenza. «In sostanza mettono le mani avanti. Significherebbe dichiarare l'emergenza idrica continuamente», fa notare Forlini. E’ preoccupato per quel che potrà accadere a fine dicembre, quando scadrà la deroga che consente la captazione. «Non è un caso che noi abbiamo sollevato la questione di fronte al vicepresidente della Regione e ai sindaci. Se nessuno si muove c'è rischio che non si può prendere più l’acqua dal Gran Sasso. E senza non possiamo stare. Vedremo quali saranno i prossimi passaggi. Se legge stabilisce dei requisiti, la derivazione che porta l’acqua non li rispetta e nessuno si prende responsabilità di derogare diventa un problema di portata nazionale, nemmeno più regionale».
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