Teramo, sesso con una 12enne e foto osè: istruttore di palestra a processo 

Il trentenne teramano è accusato di aver avuto un rapporto con l’allieva e di averla indotta a fotografarsi nuda: le immagini finite su Facebook e scoperte dai familiari fanno partire l’inchiesta

TERAMO. Le vita travolta di una vittima di abusi si riavvolge in un’aula di tribunale. Perchè è in un processo a porte a chiuse che una cronaca giudiziaria delinea i contorni di un drammatico caso: una ragazzina di dodici anni le cui immagini nude finiscono sul profilo Facebook del trentenne istruttore di palestra che la minorenne frequenta. Lui è imputato di detenzione di materiale pedopornografico e di atti sessuali con la stessa nel procedimento in corso davanti al collegio presieduto da Franco Tetto (a latere Sergio Umbriano e Carla Fazzini) a conclusione dell’inchiesta firmata dal pm della distrettuale antimafia Stefano Gallo.
Nell’udienza di ieri il racconto della ragazzina, che all’epoca dei fatti aveva 12 anni e che oggi ne ha solo qualcuno in più: un’audizione rigorosamente a porte chiuse. Perchè il tema dell’abuso sessuale su minori è complesso: per la fragilità delle vittime, per l’osservazione e l’interpretazione degli indicatori di violenza.
Le tappe dell’inchiesta scandiscono una vicenda che inizia nel 2013 quando i familiari dalla ragazzina notano sul profilo Facebook della minorenne immagini particolari. Basta poco per ricostruire una drammatica realtà e rivolgersi alla polizia per denunciare. Scattano le indagini e ben presto la vicenda viene ricostruita in tutti i suoi inquietanti particolari. Il fascicolo dalla Procura teramana passa, per competenza visto il reato della detenzione di materiale pedopornografico, a quella aquilana. Secondo l’accusa sostenuta dalla Procura distrettuale l’uomo, un trentenne residente nel Teramano, avrebbe adescato la minore nella palestra in cui faceva l’istruttore e che la stessa frequentava. Con lei avrebbe avuto prima un rapporto sessuale e successivamente l’avrebbe indotta a mandargli delle sue foto osè tramite Facebook. I fatti si sarebbero protratti tra il 2012 e il 2013.
Dopo la denuncia dei familiari della ragazzina sono scattate le indagini e le perquisizioni nell’abitazione dell’uomo (assistito dall’avvocato Lucio Lazzaro), indagato per atti sessuali con minori e detenzione di materiale pedopornografico. Nel procedimento penale la minore, tramite i familiari, si è costituita parte civile (è assistita dall’avvocato Vincenza Antonazzo).
E ieri mattina la ragazzina ha parlato per circa due ore davanti ai giudici, raccontando e rispondendo alle domande (va detto che la stessa era già stata ascoltata all’Aquila nell’ambito di un incidente probatorio disposto durante le indagini preliminari). Nell’udienza di ieri è stato sentito anche il consulente incaricato della trascrizione dei messaggi sequestrati sui telefoni cellulari della minore e dell’uomo e sul computer della vittima. Si torna in aula a maggio.
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