istituto nella bufera

Teramo, Zooprofilattico: Lorenzin in guerra contro la nomina di Mattioli

Il ministro presenta due esposti in procura contro la decisione di D’Alfonso, presa nonostante il suo parere negativo

TERAMO. Il parere dell’Autorità nazionale anticorruzione che ha dato il via libera alla nomina di Manola Di Pasquale alla presidenza del consiglio di amministrazione dello Zooprofilattico sembrava aver chiuso la stagione delle polemiche, ma è arrivato un colpo di scena. Il ministero della Salute ha presentato due esposti ai carabinieri dei Nas e poi trasmessi alla magistratura contro la nomina del direttore generale dell’istituto Mauro Mattioli.

Il contenuto degli esposti è stato reso noto dal sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, in risposta a un’interrogazione alla Camera presentatadal deputato abruzzese di Forza Italia Fabrizio Di Stefano. Nella risposta emerge che se da un lato la Di Pasquale è messa al riparo dal parere dell’Anac, di cui il ministro Beatrice Lorenzin «prende atto», la guerra va avanti sul fronte della direzione generale su due binari diversi oggetto dei due esposti: il primo sui requisiti di Mattioli, il secondo sulla nomina “a oltranza” che Luciano D’Alfonso ha effettuato nonostante il parere contrario espresso dal ministero sul suo nome.

Dai passaggi ricostruiti nella risposta del ministro emerge che D’Alfonso, dopo l’ok incassato dalla Regione Molise, ha provveduto a indicare il nome di Mattioli per la direzione generale il 23 dicembre per acquisire il parere. La procedura prevede che «sentito il ministero», una formula che per D’Alfonso si riduceva a una formalità per perfezionare la nomina che di fatto era appannaggio delle due Regioni, per il Ministero non era poi così secondario. Tant’è che la Lorenzin spiega che D’Alfonso ha proceduto con la nomina di Mattioli il 9 gennaio in assenza del parere del ministero, e che quest’ultimo è stato rilasciato solo l’11 gennaio. Un parere contrario che il ministro spiega con l’assenza nel curriculum di Mattioli, del requisito della «comprovata esperienza in materia di sanità pubblica veterinaria nazionale e internazionale e della sicurezza degli alimenti».

Queste contestazioni, insieme alle criticità nel procedimento di nomina quali l’assenza della firma del commissario dell’Agenas che si è rifiutato di firmare il verbale degli idonei, sono oggetto del primo esposto. Il secondo esposto ai Carabinieri e alla Procura è invece relativo al secondo decreto con il quale D’Alfonso, il 12 gennaio, ha proceduto a confermare Mattioli pur avendo recepito il parere negativo. In realtà, come ha avuto modo di ribadire Manola Di Pasquale, il secondo decreto di D’Alfonso ha validato la nomina di Mattioli, proprio perché perfezionato dopo aver “sentito” il ministero.

Resta il fatto che i due esposti appaiono una vera e propria dichiarazione di guerra che stride con le rassicurazione fatte dalla Di Pasquale che nel corso della conferenza stampa convocata per mettere fine alle polemiche dopo la battaglia sulla legittimità del suo incarico. Il presidente del Cda proprio ieri si era dichiarata fiduciosa sulla ripresa di un dialogo con il ministero forte dell’armonia tra i membri del consiglio di amministrazione e del componente nominato dal ministero Nicola D’Alterio. La Di Pasquale a questo proposito ha dichiarato: «Col ministero ci sono state solo divergenze interpretative, sarà ora compito della politica ricomporre i rapporti».

Marianna De Troia

©RIPRODUZIONE RISERVATA