Topitti chiude la libreria «È finita dopo 42 anni» 

Lo storico commerciante: «La crisi non dà tregua, non riesco ad andare avanti Con gli interminabili lavori in corso San Giorgio le vendite si sono dimezzate»

TERAMO. Prima le enciclopedie vendute porta a porta e poi quella libreria «sogno di una vita». Un amore durato 42 anni perché per un libraio d'eccellenza come Antonio Topitti il libro è «un oggetto d'amore da raccontare, consigliare, segnalare». Poi la crisi, con i lettori destinati ad estinguersi come dei panda nell’era di internet, e la scelta di dire basta con un post su Facebook per annunciare la chiusura della storica libreria La Sapienza di corso San Giorgio. Un altro nome come lo fu “La Scolastica”. L’ex consigliere provinciale del Pd, presidente della Confesercenti comunale e promotore di tante battaglie cittadine racconta «una scelta difficile ma ormai diventata obbligata».
Conseguenza di una crisi mondiale ma anche locale. «Negli ultimi anni le condizioni economiche sono diventate sempre più difficili a causa della crisi e in particolare di quella delle librerie», dice, «ma qui a Teramo io, insieme a tanti altri commercianti, abbiamo pagato anche un prezzo molto alto per i lunghissimi lavori di corso San Giorgio. Basti pensare che in quel periodo gli incassi si sono dimezzati e dopo la fine dei lavori le vendite non sono mai riprese. Poi la concorrenza di grossi gruppi ha fatto tutto il resto. In questi ultimi anni ho fatto tanti sacrifici per fare quadrare i conti, ma ora non posso più andare avanti anche se i miei libri mi mancheranno da morire perchè questo mestiere l’ho fatto con tanto amore».
Lo ha fatto quasi per mezzo secolo apripista di sensazioni, emozioni, squarci di esistenze diverse come solo le librerie possono regalare. La casualità dell’incontro con l’opera, la scoperta, il consiglio, senza l’intervento dell’algoritmo e le stelline degli altri utenti. Un posto che ti costringe a tenere gli occhi aperti, come serve appunto per leggere, anche mentre chiude. «Certo», dice, «oggi che ho annunciato la chiusura vedo in giro tante lacrime di coccodrillo con persone che non sono mai entrate nella mia libreria ma penso in nessun’altra. Devo dire che prendere questa decisione è stato davvero difficile ma una volta presa per me è stata una sorta di liberazione perché negli ultimi tempi è stato uno strazio stare in un negozio in cui entravano pochi acquirenti al giorno, pochissime persone. Un grazie alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto e a tutti i clienti che in questi 40 anni sono entrati nelle mie librerie. Posso dire senza retorica che non dimenticherò nessuno di loro perché un libro è per sempre». E sicuramente la città non dimenticherà così presto il libraio Topitti. In poche ore, da quando il tam tam sui social ha fatto rimbalzare la notizia, nel locale di corso San Giorgio sono entrati in tanti per chiedere , stringere la mano, regalare un sorriso. «La solidarietà è arrivata subito», conclude Topitti, «e questo sicuramente mi ha fatto davvero molto piacere. Ma nel futuro non c’è spazio per un libraio come me, per un’attività come la mia e allora meglio uscire di scena prima che sia troppo tardi». La voce si arrende. Le parole ora non servono più. Ci sono solo le lacrime.
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