Tra l’ateneo e l’Africa rapporti sempre più stretti 

Dopo la conferenza dei 29 rettori del continente nero e la “Carta di Teramo” Mastrocola intensificherà scambi di docenti e studenti con la laurea doppia

TERAMO. La dichiarazione di Teramo, firmata sabato scorso al termine della prima conferenza dei rettori africani, che si è tenuta all’università di Teramo, apre una serie di prospettive. E questo non solo per un’efficace cooperazione a fini culturali e di formazione fra i due Paesi, visto che la dichiarazione è stata firmata anche da Fabio Rugge della Crui (la conferenza dei rettori italiani), ma anche specificatamente per l’ateneo teramano.
Il rettore Dino Mastrocola annuncia un’intensificazione degli scambi con l’Africa. «L'elemento centrale è l'accordo bilaterale», spiega il rettore, «queste cose funzionano se non ci muoviamo in un'ottica di assistenzialismo, ma bilaterale, sia a livello di ricerca che di didattica, quindi con scambi di studenti e docenti. La strada migliore, poi, penso sia quella del “doppio titolo”: bisogna scegliere uno o più corsi di laurea qui e in un ateneo africano, bisogna raccordarli e se un laureando di Teramo passa almeno 9 mesi nell'università straniera in cui c’è l’accordo per il “doppio titolo”, conseguirà sia il titolo di laurea di Teramo che dell'università africana». L’università teramana ha già stretto accordi in tal senso con atenei stranieri, il prossimo sarà con la Chulalongkorn University di Bangkok.
«Un’altra direttrice, a livello superiore», aggiunge Mastrocola, «è organizzare i dottorati di ricerca in modo internazionale, quindi pensare a una riserva di borse (già è del 20%) a chi viene dall'estero. Ora viene utilizzata soprattutto da ragazzi provenienti da India e Pakistan, ma in futuro si potrebbe pensare che la metà del 20% venga riservata all'Africa». Mastrocola confessa che il suo sogno, da attuare con gli altri atenei della regione è creare una scuola abruzzese di dottorato internazionale. «Ora stiamo partecipando alla call di un progetto europeo: ogni ateneo entra in un network nei settori di eccellenza, con l'obiettivo di fare formazione dottorale a livello internazionale».
Questo è il futuro, anche a breve termine. Il presente è fatto di collaborazioni per progetti di ricerca scientifica e per l’alta formazione con università di diversi Paesi africani. In particolare con Angola, Burundi, Marocco, Namibia, Sud Africa, Tunisia. Inoltre l’università di Teramo ha siglato accordi di cooperazione per la formazione, la ricerca e la mobilità studentesca con università di Egitto, Etiopia e Burundi. «Ora stiamo portando avanti accordo sull’efficientamento agroalimentare con il progetto Efasam cofinanziato dalla Regione in Congo. Sta partendo il professor Giuseppe Marrucchella di veterinaria per dare avvio alla fase operativa», annuncia il rettore.
In particolare, per il Burundi, dal 2013 è attiva una convenzione tra l’università di Teramo e la Ong “Dapadu”che prevede l’inserimento di studenti provenienti dal Burundi, con esonero del pagamento delle tasse universitarie, nei corsi di laurea delle facoltà di bioscienze e tecnologie agroalimentari e ambientali, di medicina veterinaria ma anche di altre facoltà dell’ateneo.Inoltre sono stati organizzati corsi di formazione tecnica tenuti da giovani laureati, laureandi e studenti di corsi di studio post lauream dell’università di Teramo, che si tengono in Burundi su filiere agroalimentari. I corsi sono rivolti a giovani e operatori del Burundi per la programmazione e l’attuazione di microprogetti per l’incremento della produzione primaria, al fine di soddisfare i fabbisogni alimentari.
Ovviamente, oltre all’Africa c’è tanto altro. Oltre a numerosissimi accordi con le università europee per il programma Erasmus+, l’ateneo di Teramo ha siglato accordi di collaborazione per la formazione e la mobilità studentesca e dei docenti con 47 atenei extraeuropei di Argentina, Brasile, Cile, Cina, Colombia, Cuba, Ecuador, Georgia, Giordania, Iran, Iraq, Messico, Palestina, Perù, Stati Uniti, Venezuela.
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