Tra Tercas e Caripe l'affare è fatto

Stretto a Verona l'accordo finale: la banca venduta per 230 milioni

TERAMO. Tra Tercas e Banco Popolare l'affare è fatto: 230 milioni di euro per la cessione della Caripe dalla holding veronese alla Cassa di risparmio di corso San Giorgio. L'accordo, più volte messo in discussione negli ultini 15 giorni, si è concretizzato a Verona ieri pomeriggio.

Nella città scaligera c'erano il direttore generale Tercas, Antonio Di Matteo, il vice presidente Antonio Russo (ex Bankitalia) e il funzionario Nico Lucidi, a scrivere la parola fine su una trattativa durata oltre due anni e che finalmente è giunta al traguardo.  Da oggi si può parlare di Tercas capofila del polo bancario più grande d'Abruzzo, il progetto voluto dallo storico presidente Lino Nisii, anche se il contratto sarà messo nero su bianco, e quindi formalizzato, con due distinti consigli d'amministrazione: martedì 28 settembre a Verona e, due giorni dopo, il 30, a Teramo dove, ieri mattina, era saltato il cda autoconvocatosi dopo l'improvviso rinvio della volta scorsa. 

Sembrava quasi di trovarsi di fronte a un nuovo slittamento dell'accordo con nubi nerissime che si addensavano sempre di più sulla trattativa. Tant'è che ieri mattina rimbalzavano voci preoccupate dagli ambienti sindacali della Caripe sul futuro della storica banca pescarese che conta 51 sportelli e 382 dipendenti.  Ma la svolta era già nell'aria. Si stava consumando da 64 ore quando l'amministratore delegato del Banco Popolare, Pierfrancesco Saviotti, da Milano rilasciava al Sole 24 Ore e a Mf dichiarazioni ottimistiche.  Saviotti parlava di una questione di pochi giorni. E così è stato. I termini esatti della trattativa restano per ora coperti dal segreto bancario e soprattutto dal rischio che fughe di ulteriori notizie farebbero intervenire la Consob, essendo quotata in borsa la holding veronese che cede Caripe a Tercas.

Sta di fatto che gli ultimi ostacoli che avevano fatto slittare i cda a Teramo e Verona sarebbero stati superati con il riconoscimento, da parte della Tercas, di crediti vantati da Caripe che però la banca teramana riteneva che fossero inesigibili. E la presenza all'incontro di ieri anche dei pool di legali di entrambe le banche che si occuperanno della stesura del contratto fa capire di come si sia giunto al punto di accordo «limando» - come confermano dalla banca di corso San Giorgio - gli ultimi ostacoli sostanziali più che formali. Non è escluso peraltro che la somma finale stabilita per la vendita della Caripe (230 milioni di euro) venga pagata in un'unica tranche e non più in due e nell'arco di due anni, come si pensava fino a due settimane fa.

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