Ucciso dal fratello alla battuta di caccia

Drammatico incidente a Montorio: la vittima era il figlio dell’idraulico di Bellante condannato per l’omicidio della vicina

MONTORIO. E’ la cronaca di un drammatico incidente di caccia a riannodare i fili della memoria. Perchè Giuseppe Ciabattoni , 46 anni, ucciso durante una battuta al cinghiale da un colpo di fucile partito dall’arma del fratello Alessandro, è il figlio di Mario, il pensionato di Bellante condannato a 13 anni per aver ucciso a fucilate la vicina di casa.

Sulle colline intorno a Montorio, tra Leognano e Bascianella, l’ennesimo incidente si consuma quando la battuta sta per finire. La squadra di cacciatori, tra cui i due fratelli, è intenta a cercare le tracce dell’animale approfittando dell’ultima luce del pomeriggio.

Sono circa le 16.30 quando la tragedia si compie in una dinamica già ricostruita da investigatori e inquirenti nel fascicolo aperto per omicidio colposo, il reato contestato ad Alessandro Ciabattoni. Perchè è dal suo fucile calibro 12 che parte il colpo che centra Giuseppe al torace e lo fa precipitare in un canalone. «Solo un drammatico incidente» raccontano i carabinieri intervenuti sul posto insieme ai vigili del fuoco e agli operatori del 118. La richiesta d’aiuto parte subito e in poco tempo sul posto arrivano le ambulanze e anche l’elicottero del 118. Un medico viene verricellato sul fondo del canalone per constatare le morte. L’elicottero rientra successivamente alla base aquilana e il recupero della salma viene gestito dai vigili del fuoco, dopo l'autorizzazione alla rimozione da parte del magistrato di turno Greta Aloisi. Un recupero difficile vista la zona molto impervia, infangata e ricca di vegetazione su un pendio molto ripido. Le successive ricostruzione fatte dai carabinieri, sul posto con il comandante della stazione di Montorio Giovanni Candelori e il comandante della compagnia di Teramo maggiore Riziero Asci, racconteranno che la vittima era nascosta tra gli arbusti e che il fratello non lo ha visto. Forse ha avvertito dei movimenti e ha sparato pensando che arrivassero dall’animale. Poi la drammatica scoperta, le urla, i soccorsi, l’arrivo degli altri cacciatori che si trovavano nella zona. Il fratello, che accusa anche un lieve malore, in caserma cerca di ricostruire gli ultimi momenti, gli atti immediatamente precedenti alla fucilata. Nelle prossime ore molta probabilmente sarà eseguita l’autopsia e, solo successivamente, il magistrato rilascerà il nulla osta alla sepoltura. Nel frattempo i carabinieri hanno sequestrato il fucile e raccolto anche le testimonianze di altri cacciatori che erano in zona e che hanno confermato la versione del fratello della vittima: è stato solo un drammatico incidente.

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Giuseppe Ciabattoni, operaio, descritto da tutti come un gran lavoratore, era padre di tre figli. Condivideva la passione per la caccia con il fratello e prima ancora anche con il padre. L’ex idraulico che sta scontando ai domiciliari una condanna a 13 anni per l’omicidio della vicina di casa Felicia Mateo, la donna di 45 anni uccisa a fucilate al culmine di una serie di dissidi legati alla convivenza nello stesso condominio. Un omicidio avvenuto nell’agosto del 2013 nel piazzale di una palazzina popolare a Ripattoni di Bellante. In primo grado, al termine di un rito abbreviato, l’uomo era stato condannato a 16 anni. In appello i giudici hanno eliminato l'aggravante dei motivi futili che la procura contestava all'imputato, ricalcolando la pena.(ha collaborato Catia Di Luigi)

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