Un’altra offerta per far rivivere la Gis

Mosciano, un secondo gruppo industriale presenta una proposta: «Creeremo 100 posti di lavoro nei prossimi tre anni»

MOSCIANO. Arriva una seconda offerta per la Gis. La procedura competitiva per dare in affitto per tre anni marchio e attrezzature della storica azienda fallita, con obbligo di acquisto alla scadenza, si da interessante. Qualche giorno fa il gruppo Di Cosimo di Montesilvano, specializzato nei surgelati, ha presentato un’offerta cauzionata al curatore fallimentare Nicola Rossi. Adesso anche il secondo dei tre soggetti che il 30 giugno presentarono altrettante “lettere d’intenti”, ha inviato la propria offerta. «La nostra offerta contiene certamente elementi migliorativi rispetto a quella sinora presentata non tanto, e non solo, in termini economici, quanto soprattutto in termini di progetto industriale ed occupazionale», osserva Salvatore Lucisano, il manager che rappresenta la società “La nuova Gis Polo alimentare, «la nostra operazione vuole avere come obiettivo un progetto industriale vero, con la creazione, nel giro di tre anni ed in pianta stabile, di un centinaio di posti di lavoro. E non la semplice creazione di un polo logistico per pochi addetti con la conseguente perdita di tutto il patrimonio legato al marchio Gis ed al know how produttivo ad esso correlato. O, ancora, una speculazione per ottenere un sito produttivo di gelati a basso costo, senza marchio, per un orizzonte di tempo magari anche molto breve. Il nostro piano industriale, in un'ottica di "destagionalizzazione" di produzione, vendite e flussi finanziari, prevede di affiancare alla produzione del gelato (notoriamente molto concentrata nel periodo estivo) quella di prodotti ad alto contenuto "salutistico" per una alimentazione moderna seppur legata alla dieta mediterranea. Con l'obiettivo, quindi, non solo di rilanciare il marchio Gis, ma di allargare l'offerta ad altri prodotti per creare un forte ancoraggio alla terra d'Abruzzo ed ai suoi prodotti Dop, Iop, bio e con la prospettiva di attività di export in Europa e nel mondo».

La società – si legge nel progetto – ritiene che anche con costi di ammortamento impianti estremamente bassi «deve comunque puntare ad un fatturato intorno ai 10/12 milioni. Per fare ciò, però, ricadrebbe nella spirale che ne ha causato i problemi vissuti nel recente passato, ossia la rincorsa dei quantitativi attraverso l'abbassamento dei prezzi di vendita». Invece l’idea è di abbina a un prodotto fortemente stagionale come il gelato «prodotti a stagionalità inversa o, per lo meno, non così fortemente concentrata su un solo periodo dell'anno. Si tratta di affiancare al gelato due tipologie di prodotti che intanto sfruttino, l'una, gli impianti di surgelamento e d'immagazzinaggio ultrafreddo, rivolgendosi tra l'altro agli stessi partner commerciali (pizze surgelate) e poi contribuiscano, l'altra, ad elevare -almeno per una parte della produzione dei gelati- il livello qualitativo percepito della nuova marca che andremo a costruire (prodotti di panificazione senza glutine)».

Tutto questo si abbina a investimenti sulle strutture, anche per mantenere standard elevati di produzione. In particolare per il settore gelati gli investimenti ammonterebbero a 2 milioni 200mila euro, per il settore “gluten free” a circa 2 milioni, per i servizi, come la depurazione delle acque e i lavoratori 800mila euro. Il terzo soggetto in lizza, la Fepa srl riferita alla famiglia Spartano di Bari, ancora non ha presentato alcuna offerta migliorativa. In ogni modo l’aggiudicazione avverrà entro il 15 settembre.

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