Una vicina accusa: «Giovanni  ha gridato “assassino” al figlio»

SILVI. «Assassino». È quanto Giovanni avrebbe gridato al figlio in quei tragici minuti in cui si è consumata la tragedia. Almeno secondo una vicina di casa, che avrebbe confermato ai carabinieri di...

SILVI. «Assassino». È quanto Giovanni avrebbe gridato al figlio in quei tragici minuti in cui si è consumata la tragedia. Almeno secondo una vicina di casa, che avrebbe confermato ai carabinieri di aver sentito il meccanico rivolgersi al figlio utilizzando quel termine. Testimonianze che i militari stanno vagliando attentamente, con l’obiettivo di ricostruire il clima familiare nel quale si è consumata la tragedia. Secondo quanto avrebbero accertato fino a questo momento gli investigatori i rapporti tra padre e figlio sarebbero stati tesi. E i militari non avrebbero motivo di dubitare delle dichiarazioni rilasciate dalla moglie di Giovanni, la signora Anna, che ha parlato di anni di maltrattamenti da parte del coniuge. Tanto da aver deciso di abbandonare il tetto coniugale.
Eppure quasi tutti i vicini di casa, che stentano ancora a credere a quanto successo, parlano di una famiglia apparentemente tranquilla, senza litigi. Se c’erano tensioni di sicuro erano rimaste confinate dentro quelle quattro mura. «Abito in questo condominio da anni», afferma un vicino, «conoscevo bene la famiglia di Giovanni e tra di loro non c’è stato mai alcun attrito, almeno a vedere dall’esterno. Chiaramente in ogni famiglia ci sono criticità che vanno affrontate e i problemi economici ormai sono all’ordine del giorno. Ma credo che a scatenare il diverbio della scorsa sera debba essere stato per forza un fatto nuovo e grave». Un altro residente aggiunge: «Non solo era una famiglia tranquilla, ma anche rispettosa nei confronti dei vicini. Salutavano sempre, anche se non con molta confidenza».
Secondo altri vicini la situazione in casa potrebbe essersi fatta più pesante qualche mese fa, dopo che Giovanni era caduto dalle scale riportando un trauma cranico. «Da allora era costretto a camminare lentamente», racconta un condomino, «appariva infastidito e per la necessità di cure potrebbe aver cambiato atteggiamento».
Intanto uno dei condòmini sentiti dal Centro venerdì, Gianni Comignani, precisa di non aver dichiarato né che Giuseppe non era in buoni rapporti con il padre, né che la caduta di Giovanni possa aver influito sull’equilibrio familiare.(d.f.-a.m.)
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