Zooprofilattico, c’è l’accordo Avrà l’ex mercato ortofrutticolo 

L’area a Campo Boario sarà ceduta dal Comune in cambio della chiusura del contenzioso sul canile Il bilancio dell’attività 2017: passi avanti nella ricerca, nella formazione e nei progetti internazionali

TERAMO. L’istituto zooprofilattico cresce. E non abbandona il centro storico di Teramo.
Nella conferenza stampa in cui il direttore generale Mauro Mattioli ha illustrato i dati dell’attività del 2017 e i progetti per il 2018, insieme ai vertici del “Caporale” è stata ufficializzata la decisione, presa all’unanimità dal Cda di fare restare a Campo Boario tutte le attività compatibili con il contesto urbano.
Anzi, lo Zooprofilattico rilancia. Il presidente Manola Di Pasquale ha annunciato che l’istituto ha risolto con un accordo due contenziosi che aveva con il Comune, relativi al canile. «C’è un accordo già consolidato con il Comune, va solo ufficializzato, che prevede la cessione dell’area dell’ex mercato ortofrutticolo proprio davanti alla sede, del valore di 2 milioni», spiega Di Pasquale. Lo Zooprofilattico acquisirà con una compensazione l’area in cui intende realizzare un anfiteatro con uffici e un’area verde. «Abbiamo deciso di non spostare fuori città tutto», ha confermato Pietro Enzo Di Giulio del Cda, «anche per non privare il centro dall’indotto derivante da 400-500 persone che lavorano nei nostri uffici». E anche perchè, ha precisato Mattioli, le esigenze da 10 anni fa quando fu progettata la mega sede a Colleatterrato, sono cambiate: sono necessari spazi più piccoli. E comunque non ci sono a disposizione 78 milioni per realizzarla tutta. Di conseguenza i 25 milioni del Masterplan – sono state firmate ieri le relative convenzioni – saranno impiegati per realizzare un’unità stagna e laboratori a Colleatterrato Alto per 15 milioni, uno stabulario e ambulatori di chirurgia (un totale di 1.500 metri quadri) per 2,5 milioni e a Campo Boario sarà eseguita una ristrutturazione degli edifici e la realizzazione di laboratori per la produzione di reagenti biologici per 7,5 milioni. L’inizio dei lavori di costruzione è previsto fra un anno.
Ma lo Zooprofilattico ha fatto anche il punto sull’attività istituzionale. «E’ una macchina da guerra che spara in diverse direzioni», così Mattioli l’ha definito. E ha parlato di internazionalizzazione: l’istituto è impegnato su vari fronti, dall’Africa all’America Latina, dall’Europa dell’Est alla Penisola Arabica. Un progetto su tutti, l’Erfan: una rete che unisce tutti i Paesi africani partner del “Caporale” nel la salvaguardia della salute umana e animale.
E poi la ricerca, finanziata nel 2017 per oltre 11,5 milioni con fondi del ministero della Salute, delle Regioni Abruzzo e Molise, di organismi e Stati. Mattioli ha sottolineato il passaggio rivoluzionario dalla diagnostica tradizionale alle nuove tecnologie che permettono di effettuare indagini complesse, come quelle genomiche, direttamente sul campo, con attrezzature portatili. Infine la formazione: c’è stato un sensibile aumento dei corsi in e-learning erogati, con oltre 20.000 iscritti nel 2017, e che a metà dicembre ha spinto la Commissione Europea a confermare il “Caporale” come ente formatore di tutti i veterinari che si occupano di benessere animale negli Stati europei e in alcuni Paesi terzi, con un finanziamento di 1,8 milioni di euro.
Fra i tanti argomenti, Mattioli – affiancato dal direttore sanitario Nicola D’Alterio e da quello amministrativo Giancarlo Cecchini – ha ricordato dall’attività legata al terremoto nel centro Italia al caso Fipronil quando il ministero della Salute ha incaricato l’istituto di svolgere le analisi su campioni di uova, carne di pollame e prodotti ovo-derivati.
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