È più veloce e quasi gratuito annullare le nozze in chiesa 

A Chieti l’inaugurazione dell’anno giudiziario: le cause totali sono più di 300 L’immaturità affettiva e psichica il motivo principale che sfascia le coppie

CHIETI. Annullare un matrimonio religioso è ora più veloce e meno oneroso. Il nuovo Tribunale ecclesiastico interdiocesano abruzzese e molisano (Teiam) va incontro ai principi della riforma voluta da Papa Francesco come si evince dai dati resi noti ieri a Chieti dal responsabile del tribunale don Antonio De Grandis. Il vicario generale ha relazionato sui dati dell’attività svolta nel 2019, affiancato dall’arcivescovo di Chieti Vasto Bruno Forte, presidente della Conferenza episcopale abruzzese e molisana (Ceam) e moderatore del Teiam, che dal 31 gennaio 2019, con l’uscita dell’arcidiocesi di Pescara Penne, è subentrato al vecchio Tribunale ecclesiastico regionale abruzzese e molisano (Teram). Relatore dell’incontro è stato monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo metropolita di Cagliari, che è partito proprio dalla riforma promossa da Bergoglio. In platea erano presenti, oltre ad avvocati e operatori del tribunale, anche rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine, tra cui l’assessore regionale Nicoletta Verì, la presidente della Corte d’appello, Fabrizia Francabandera, e il prefetto di Chieti Giacomo Barbato. GRATUITÀ E CELERITÀ. «L’attività del nostro tribunale», ha detto don Antonio De Grandis, «evidenzia un percorso di conversione della struttura organizzativa per rispondere all’esigenza di rendere le procedure per il riconoscimento della nullità matrimoniale più accessibili e agili, in attuazione ai principi cardine della riforma, che sono la celerità, la prossimità e la gratuità».
Il principio di gratuità deve però tener conto anche di altri principi, come la giusta retribuzione degli operatori, per cui resta un contributo di 500 euro, mentre per chi non può pagare c’è il gratuito patrocinio. Il sistema prevede anche la possibilità di donazioni liberali da parte dei fedeli più abbienti. «Particolare attenzione si è rivolta alla gratuità delle procedure», ha infatti sottolineato don Antonio, «consentendo la possibilità di accesso al processo matrimoniale canonico anche ai fedeli indigenti, nel rispetto dei reale bisogno dei singoli, certificato dall’Isee familiare».
A testimonianza del fatto che si è cercato di snellire i processi in attuazione della riforma, ci sono i dati che nel 2019 vedono un incremento di cause, nonostante il distacco dell’arcidiocesi di Pescara Penne.
I NUMERI. Le cause iscritte a ruolo sono passate dalle 99 del 2018 alle 103 del 2019. Anche le sentenze di dichiarazione di nullità matrimoniale sono aumentate rispetto alle 126 del 2018, passando a 136 nel 2019. Rimangono attualmente pendenti 191 cause che costituiscono l’arretrato da esaurire; rispetto al 2018, quando le cause pendenti erano 227, c’è stata comunque una sensibile riduzione. Il totale delle cause definite ammonta a 139. Mentre sono 330 le cause complessive, contando i 227 procedimenti pendenti e i 103 iscritti a ruolo.
DA DOVE VENGONO. Nella lista delle cause introdotte 36 arrivano dalla diocesi di Chieti Vasto, 25 da quella di Teramo Atri, 9 da quella di Termoli Larino, 7 da Avezzano, 7 da Lanciano Ortona, 6 da Campobasso Boiano, 5 da Isernia Venafro, 4 dall’Aquila, 4 da Sulmona Valva e 1 dal Trivento. Per quanto riguarda le cause che hanno portato a dichiarare nulli i matrimoni, spicca il “grave difetto di discrezione di giudizio”, vale a dire l’immaturità psicoaffettiva dei coniugi. «Ormai da alcuni anni», ha commentato il vicario generale, «si conferma la tendenza a evidenziare come motivo prevalente le problematiche psichiche e in particolare il grave difetto di discrezione di giudizio soprattutto per immaturità psicoaffettiva e l’incapacità ad assumere gli oneri matrimoniali essenziali. Questo stimola le nostre comunità, sia diocesane che parrocchiali, a una più attenta pastorale di accompagnamento dei fidanzati sul piano della formazione umana e cristiana che prevenga la superficialità e l’immaturità con cui ci si accosta spesso alle nozze».