L’Aquila, vince la speranza: a un anno dal terremoto sono nati 549 bambini

L’anno zero della comunità aquilana non conta solo i numeri del disastro e della ricostruzione, ma anche quelli della vita. La prima  a nascere è stata Gabriella, venuta alla luce in ambulanza appena 43 minuti dopo la terribile scossa. Dall’inizio dell’anno i parti sono stati 217

L’AQUILA. Gabriella non è rimasta sola. Nella notte della tragedia più cupa uno spiraglio di vita illuminò L’Aquila e alle 4,15 del 6 aprile la piccola di casa Corrado fece il suo ingresso nel mondo in uno scenario da brividi. Erano passati 43 minuti dalla scossa assassina, ma ai disordini del tempo la forza ineluttabile della vita seppe dare una risposta. Da allora l’ospedale dell’Aquila non ha smesso di dare gioia alle famiglie che vogliono guardare avanti. Nonostante tutto.

Non che gli altri bimbi siano nati nell’emergenza di un’ambulanza circondata dalle macerie come accadde a Gabriella.
Per un anno, da quella notte maledetta, la «normalità» di una nascita è stata la regola nella straordinarietà del momento vissuto dalla popolazione colpita, ma non piegata.
La speranza di una nuova vita lascia sullo sfondo i detriti di una città da ricostruire.

I numeri.
Sono stati 217 i parti da gennaio ad oggi. La vita continua nonostante quello che il sisma si è portato via all’Aquila e nelle frazioni. Cantieri, ponteggi, case sventrate, ma anche i vagiti di chi è nato in quello che può essere l’anno zero della città.
Prima del terremoto, nel periodo gennaio-aprile 2009, i parti erano stati di poco superiori: 241.
Il reparto di Ostetrica e Ginecologia del San Salvatore, dopo una breve interruzione dovuta al sisma del 6 aprile, è stato tra i primi a riprendere il proprio posto all’interno dell’ospedale dell’Aquila e a tornare, in tempi piuttosto rapidi, alla normalità operativa.
Ai primi di giugno 2009 l’unità operativa è ripartita e si è riorganizzata. A un anno dal terremoto (aprile 2009 - aprile 2010) sono venuti alla luce 549 bambini.

Le previsioni. «217 parti, in questo primo scorcio del 2010, sono, comunque, un numero significativo», dichiara la dottoressa Marina Tobia, responsabile di Ostetricia e Ginecologia del San Salvatore, «e penso che a fine anno ci attesteremo, approssimativamente, sulle mille nascite. In effetti, nonostante il sisma, non abbiamo avuto significative perdite di utenti anche se sicuramente, sul tasso di natalità, c’è un’incidenza degli immigrati».
Lo scorso anno i parti sono stati 573, di cui 332 da giugno (quindi, dopo il sisma del 6 aprile) fino a dicembre. Scherzi dei numeri: 332, come l’ora in cui si è verificato l’evento tellurico.

Il 2008 anno boom.
Sempre lo scorso anno, nel periodo precedente il terremoto, all’ospedale di L’Aquila si sono registrate 241 nascite. Il 2008, invece, è stato l’anno del boom demografico, con la cifra record di 1.400 bebé: un tasso di natalità eccezionale, al di sopra di ogni previsione demografica.

La curiosità.
Per numero di parti cesarei, L’Aquila è nella media nazionale. Il reparto, infatti, registra una percentuale che oscilla tra il 37 e il 38 per cento. Un dato che è in linea con l’andamento nazionale, fissato quasi al appena al di sotto del 37 per cento.
«Ritengo», chiosa la responsabile Marina Tobia, «che la percentuale si possa comunque abbassare».

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