Molinari, due date nel suo Abruzzo a un anno dal sisma

Due concerti nel suo Abruzzo prima di partire per l’estremo Oriente, un bagno nella tristezza, a un anno dal sisma, ma con un occhio sereno e fiducioso al futuro della sua città, L’Aquila. Simona Molinari confida al Centro i suoi pensieri prima delle due date, in programma oggi alle 21,30 al Caniglia di Sulmona e domani alle 21 alla Villa di Paganica, che segnano il ritorno nella regione. Dal 12 aprile, invece, sarà a Shangai, Hong Kong e Macao.
«Il concerto di Paganica è una sorta di “recupero” di quello saltato l’anno scorso», spiega la Molinari al telefono mentre da Roma raggiunge Sulmona, «Era previsto per la Pasquetta del 2009 (giusto una settimana dopo la tragedia del terremoto, ndr) e naturalmente lo rinviammo. Devo ringraziare con tutto il cuore i cittadini di Paganica perché hanno voluto a tutti i costi che fossi lì con loro, e questo fatto mi ha toccato molto. La band, sia per Sulmona che per Paganica, sarà la Mosca jazz, con Raffaele Pallozzi al piano, Nicola Valente alla chitarra, Fabrizio Pierleoni al contrabbasso, Fabio Colella alla batteria, e Carmine Ianieri al sax».

Il programma non prevede ancora brani del nuovo disco?
«No, perché il singolo, prodotto e curato da Carlo Avarello, esce a maggio mentre l’album è previsto per giugno».

Come mai questo tour in estremo Oriente?
«Beh, molto semplicemente perché un importante impresario di Hong Kong ha ascoltato il mio disco Egocentrica e gli è piaciuto, così si è attivato per queste date in jazz club e teatri».

Torna in Abruzzo proprio a un anno dal sisma.
«Tirare le somme non è semplice, perché tante cose, purtroppo, sono ancora lì come erano nel 2009. La zona rossa del centro storico, credo rimarrà così ancora per un bel po’. Però è anche vero che le persone ormai sono tutte ben alloggiate e mi pare si cominci a prendere confidenza con questa nuova L’Aquila. Lo spirito che vedo, soprattutto tra i miei coetanei, tra i ragazzi, è comunque ottimista e vedo che si stanno riaprendo tanti posti, tanti locali, mi pare ci sia una rinascita. Speriamo, allora, che quella di quest’anno sia una Pasqua di resurrezione per la città».

Il suo video, tratto dal brano Nell’aria, ha fatto il giro d’Italia perché è stato il primo girato nell’Aquila piena di macerie.
«Sì, è una specie di documentario, girato ad agosto 2009. Ma le immagini sono ancora quelle, le strade sono state un po’ ripulite ma è ancora attuale. In questo brano, che ho scritto con il mio amico e collega Giò Di Tonno (l’artista pescarese vincitore del Festival di Sanremo 2008 con cui Simona ha lavorato nel musical “Jeckyll & Hyde”, ndr) è diventato quello in cui molti aquilani si sono riconosciuti. Parla di una persona scomparsa, del dolore di un lutto, tanto che era stato inserito nel disco “Egocentrica” uscito prima del sisma, ma può essere riferito alla città. Tutto il ricavato della vendita del video viene devoluto all’associazione Saving L’Aquila per la costruzione di un centro per persone diversamente abili».

Ha intenzione di scrivere un brano proprio per il terremoto?
«In realtà una canzone è già pronta, è una canzone di riflessione su quello che un terremoto ti toglie, ma l’amore per le persone che non ci sono più nessun sisma te lo può togliere. No, il brano non sarà inserito nel nuovo disco, lo voglio tenere ancora un po’ per me, non me la sento ancora di farlo uscire».

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