ANDIAMO CON ORDINE

La Grande Pescara? Troppi indirizzi uguali

La Grande Pescara non si può fare. Troppi, infatti, i nomi di via "doppioni" che si dovrebbero andare a rinominare, provocando il caos nei centri di smistamento postale di mezzo Abruzzo. A tirare fuori per primo "la grana indirizzi", come l'ha giustamente etichettata il cronista Pier Giorgio Orsini sul Messaggero, è stato il sindaco di Pescara Marco Alessandrini: "ci sono ad esempio tre via Roma. Andare a rinominare una strada è una questione meno banale di quello che potrebbe sembrare, con tutto il portato identitario che ha per i residenti". Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno, preoccupato per le "migliaia di carte d'identità che si dovranno rifare a partire dal primo gennaio 2019", la data in cui è, al momento, prevista la fusione dei Comuni. Da sempre contrario il sindaco del terzo ente interessato, Luciano Di Lorito a Spoltore, che teme un livellamento verso il basso di tutti i servizi: per evitare contraccolpi psicologici troppo bruschi, i suoi cittadini già adesso devono ritirare le raccomandate inviate dal Comune a Città Sant'Angelo, e iniziare dunque a ragionare in termini di area metropolitana. D'altra parte il sindaco angolano Gabriele Florindi, già prima del referendum nel 2014, ha espresso la necessità di unire il suo comune alla Grande Pescara: "un progetto obbligato" annotava in un'intervista a Lorenzo Colantonio sul Centro, "perché così corrono i tempi. Nessuno di noi ora si accorge di passare da un comune all'altro se parte da Chieti, passa per Francavilla, attraversa Pescara, Montesilvano e Città Sant'Angelo e arriva a Silvi. Solo la politica non se n'è ancora resa conto". La Grande Pescara potrebbe essere dunque un primo passo per unire in una sola città anche Chieti, Francavilla, San Giovanni Teatino e altri comuni ancora: in tal caso i nomi "ricorrenti" aumenterebbero in maniera esponenziale. Sulla "grana indirizzi" è intervenuto anche Guido Dezio, dirigente del comune di Pescara, secondo il quale sarebbe possibile continuare a indicare le comunità di origine: ma Dezio è da sempre vicino al governatore Luciano D'Alfonso e dunque della sua imparzialità è legittimo dubitare. Per dirimere definitivamente la questione D'Alfonso ha invitato a Pescara l'amministratore delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante al convegno sulle "città nuove e sconfinate", organizzato per convincere gli ultimi indecisi. Il numero uno di Poste, però, ha dovuto rinunciare e non si presentato. Sul tavolo resta l'opzione di utilizzare i Codici di avviamento postale, introdotti dalla Germania nazista nel 1941, e poi diffusi in vari paesi del mondo (sono obbligatori in Italia dal 1967). Luciano D'Amico, candidato in pectore del centrosinistra per diventare il primo sindaco della Nuova Pescara, considera invece la questione degli indirizzi una delle tante opportunità legate alla fusione: "perché continuare a ricordare Umberto I? Non dobbiamo avere paura della nostra storia". Corso Umberto a Pescara dunque "si potrebbe intitolare a Carlo I", più noto come Carlo V d'Asburgo, tra le altre cose Re di Sardegna e di Sicilia.