La Pasqua un po' solitaria di chi è intrappolato a casa

«Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi», così dice il proverbio. Ma quest’anno no, non sarà così. Quest’anno niente pranzo, niente scampagnata di Pasquetta, niente gita fuori porta. Quest’anno la Pasqua sarà una festa solitaria per tanti, per tutti quelli che vivono soli. Per i single, per gli scompagnati, per gli anziani, per le famiglie scompaginate, per le coppie distanti. Per i figli rimasti fuori sede, per i padri separati. Per i tanti che apparecchieranno la tavola con un posto solo, tovaglietta, bicchiere, piatto piano e piatto fondo, tutto come si deve perché alla fine, anche se soli, una piccola celebrazione se la meritano tutti.
Saranno soli gli anziani, bloccati in casa dall’isolamento e dalla preoccupazione dei loro cari. Soli per la prima volta in vita loro per il pranzo di Pasqua, si metteranno a tavola in compagnia di talk show e fiction. Le brave massaie si metteranno a cucinare già dal sabato, come hanno sempre fatto, tanto di tempo ce n’è: ravioli, tagliatelle, gnocchi e quelle piccole polpettine da mettere nel brodo. Un rito a cui non riusciranno a rinunciare. Poi congeleranno tutto in vassoietti di cartone infarinati, nell’attesa di figli, nipoti e altri pranzi, meno solitari.
Saranno soli i single, quelli che mai si erano sentiti soli prima, ma stavolta un pochino sì, perché la singletudine è una scelta, mentre questa è una prigionia. Per far finta che va tutto bene, organizzeranno un fighissimo collegamento via Skype, sorrisi e brindisi racchiusi nel rettangolo del pc portatile. Ma lo schermo non è casa, non è famiglia, è solo un tecnologico surrogato che non sa abbracciare e non dà calore umano.
Si sentiranno un po’ sole anche tutte le famiglie impaurite del domani, quelle che per dare una parvenza di festa ai figli imprigionati da così tanto tempo, racimoleranno quegli ultimi risparmi messi da parte, quei pochi spiccioli ancora rimasti sul conto corrente, prima di soccombere all’umiliazione del buono spesa. Timballo, brodo, agnello al forno, colomba e l’uovo di cioccolato con la sorpresa. L’ultimo pranzo con possibilità di scelta. Poi si prenderà quel che arriva e sarà già una fortuna.
E si sentiranno soli, smarriti e un po’ colpevoli tutti quelli che vorrebbero essere altrove, quelli intrappolati con chi non vorrebbero, lontani anni luce da chi vorrebbero, mentre invece non si può. E senza bene riuscirci si sforzeranno di dispensare sorrisi, battute e allegria, la malinconia nascosta dietro la mascherina di garza.