QUESTIONE DI STILE

Ostentare non è sexy, soprattutto in spiaggia

«Amo’, amo’, dai fammi un selfie. Dai, che mi sdraio qui sulla sabbia».
Una domenica di luglio qualunque in riva all’Adriatico, afa soffocante, odore di creme solari.
«Come amo’? Se me lo fai tu non è un selfie? E vabbè, fammi quello che ti pare, io mi rotolo qui tra la sabbia e le onde e tu, mi raccomando, fotografami dal basso, che viene meglio... Per Instagram, no?»
La signora rotolante ha un minuscolo due pezzi che lascia ben poco all’immaginazione. Lo slip è infilato con maniacale attenzione tra due glutei non proprio marmorei. Il trucco, con questo caldo, è già leggermente colato e la fa assomigliare vagamente a un procione.
"Amo'", invece, ha i tatuaggi pure sotto l'ascella: immagino le pene che ha sofferto quando se li è fatti fare. Immagino anche, tra qualche anno, con lo smottamento muscolare, che aspetto triste e sbiadito avranno e che andamento calante.
Un po’ più in là, una ragazza è stesa sul lettino con il triangolino appena appoggiato sul seno. Cerca di prendere il sole pure all’interno coscia e l’ineleganza della posa è imbarazzante.
Un signore passeggia tra le palme accanto parlando al telefono, la voce di almeno due toni troppo alta che si diffonde senza filtri tra le sdraio e i lettini: racconta di mirabolanti e dispendiosissime vacanze, di esotiche avventure sessuali le cui descrizioni, francamente, sarebbero state spese meglio in una serata alcolica tra amici. Tutto è esibito, urlato, eccessivo. Sparito il senso del pudore. Stigmatizzata ogni forma di discrezione.
Il corpo, come ogni particolare della propria vita, è diventato sempre più una merce da vendere, un prodotto. Tutto nella più totale omologazione. E tutto nel segno della provocazione sessuale, come se gli anni sessanta fossero passati proprio invano.
Hanno voglia, gli stilisti, a proporre scicchissimi costumi interi, eleganti bikini stile diva anni 50 con la culotte alta a filo dell’ombelico. Tra stile e volgarità, sembra vincere sempre e comunque un esibizionismo sfrenato, senza limiti di età o forma fisica.
Vince il trucco esagerato, il corpo denudato, la posa da calendario sexy anni Settanta. E il bello è che quanta più pelle viene scoperta, meno attenzioni il corpo sembra suscitare, in un circolo vizioso che parte dai lettini della spiaggia e finisce altrove, nella morte del corteggiamento e del gioco delle parti.
Insomma, sarà pure colpa dei social che spingono a mettere la propria vita in piazza, ma forse sono in tanti a rimpiangere quell’innato buon gusto che da tanto tempo latita alle nostre latitudinI.