Casa dello studente abbandonata Ma l’Ater promette: presto aprirà 

Siringhe nel seminterrato e crepe sui muri: ecco come è ridotto l’edificio che doveva aprire 10 anni fa Tavani assicura: «In arrivo altri 450mila euro per ultimare i lavori, entro fine anno sarà inaugurata»

CHIETI. «La casa dello studente aprirà entro l’anno». L’annuncio arriva da Antonio Tavani, presidente dell’Ater di Chieti, proprietaria dell’eterna incompiuta da oltre 4 milioni e mezzo di euro tra via Gran Sasso e via Arenazze. La svolta, secondo i vertici dell’azienda territoriale per l’edilizia residenziale, è vicina. In realtà, mancano altri 450mila euro per concludere l’opera con interventi di adeguamento alla norma antincendio e a quella per i diversamente abili. I lavori avrebbero dovuto essere finiti più di dieci anni fa: il 4 luglio del 2009, per la precisione. «Ma adesso la Regione», spiega Tavani, «si è impegnata con il governatore Marco Marsilio e l’assessore Mauro Febbo a mettere in bilancio le somme necessarie per ultimare la struttura. Il nostro obiettivo è inaugurarla nel 2020. E siamo pronti a sederci intorno a una tavolo con il Comune di Chieti e l’Adsu, l’azienda per il diritto agli studi universitari a cui verrà affidata la gestione, per fare tutte le valutazioni del caso. È passato tanto tempo dalle ultime riunioni ed è giusto riaprire la discussione».
Al momento, però, continua ad affondare nell’incuria lo studentato di 5 piani con 22 stanze doppie e tre singole per 47 universitari, con tanto di citofoni, impianti, divani, letti e persino gli attaccapanni. L’enorme immobile resta in mano a vandali e tossici, come dimostrano le siringhe abbandonate nel seminterrato. Qui i muri sono stati imbrattati con vistose scritte rosse: «Ricordate che dovete vivere una sola vita», si legge su una di queste. A terra, invece, sono stati lasciati rifiuti di ogni genere. L’edificio è segnato dalle crepe che corrono lungo i muri, dall’alto in basso e anche orizzontalmente, e nessuno può sapere se è accaduto per l’assestamento della struttura o perché la collina di via Arenazze-via Gran Sasso si muove. L’elenco dei danni comprende anche parti di cemento venute giù: muri scrostati come se quell’immobile avesse trent’anni e più, mentre non è stato mai abitato. È crollato anche un pezzo del battuto di cemento che porta al seminterrato. Poi, ci sono le infiltrazioni d’acqua: piove dentro la casa dello studente. Adesso l’Ater assicura che è vicina la fine di questa storia cominciata il 17 febbraio del 1992, quando arrivarono i primi finanziamenti con una legge regionale. Spendere 4.547.479 euro non è stato sufficiente.
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