Fisico dopato per andare in tv «Devo fare il provino a Canale 5» 

Ecco le carte della maxi inchiesta. Uno dei 18 indagati sognava di partecipare a Temptation Island «Voglio diventare una bestia»: così parlava al telefono un giovane che faceva uso di anabolizzanti

CHIETI. Sostanze proibite per superare i provini di Temptation Island. Voleva andare in tv Valerio Di Munno, uno dei 18 indagati dell’inchiesta «Mr. Muscoli» che ha svelato un maxi giro di doping tra le province di Chieti, Pescara e Teramo. Il campione di fitness, 34 anni di Ortona, sognava di partecipare al programma di Canale 5. Lo scrivono i carabinieri del Nas di Pescara, diritti dal tenente colonnello Domenico Candelli, nelle 1.300 pagine dell’indagine arrivata a conclusione in questi giorni. Le accuse, a vario titolo, sono utilizzo o somministrazione di farmaci e di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti, traffico di sostanze dopanti, spaccio di sostanza stupefacente, ricettazione e falsità materiale.
IL SOGNO DELLA TV. È il 4 maggio del 2017 quando gli investigatori, che hanno sotto controllo il telefono di Valerio Di Munno, informano così la procura: «Il 19 maggio l’indagato parteciperà all’ultima prova del casting per la partecipazione a Temptation Island. Dal contenuto di alcune conversazioni intercorse con una familiare e con una ragazza si evince che l’ultimo step delle selezioni consiste in una prova costume. Ciò a significare che a farla da padrone sarà l’aspetto fisico. Proprio in virtù di tale circostanza è legittimo ipotizzare che Di Munno tenterà nuovamente di reperire sul mercato sostanze illecite ad effetto anabolizzante, da poter assumere in vista della prova del 19 maggio. E tenterà di farlo nuovamente poiché non ha potuto assumere le sostanze sequestrate la sera del 20 aprile a Igor Gnagnarelli (un altro indagato, ndr) che erano inequivocabilmente dirette a lui». Nel frattempo, spiegano i militari dell’Arma, Di Munno continua a pubblicizzare la sua figura di personal trainer: prepara piani alimentari individuali e indica gli integratori da assumere per ottenere i risultati sperati. Il tariffario? Trenta euro l’ora per l’assistenza in palestra e 200 euro per una consulenza online. Al tempo stesso però, come scrive il sostituto procuratore Rosangela Di Stefano, Di Munno «assumeva sostanze farmacologicamente e biologicamente attive al fine di alterare le prestazioni agonistiche nell’attività sportiva praticata».
LA FORMA FISICA. Apparire in forma smagliante è la maggiore preoccupazione di un amico di Di Munno. «Mi devo rimettere perché devo stare come una bestia», dice il giovane (non indagato) al telefono. E per i carabinieri, durante questo colloquio, «è inequivocabile il riferimento alle sostanze ad azione anabolizzante».
IL DEBITO. Significative, per l’accusa, sono anche le intercettazioni che vedono protagonista Manolo Marziani, 29 anni di Notaresco, finito sotto inchiesta «per aver importato dall’estero, e in particolare da Moldavia, Thailandia, Hong Kong, Germania, Olanda e Belgio, e commercializzato farmaci senza la prescritta autorizzazione». Pure i familiari di Manolo, sottolineano gli investigatori, «sono a conoscenza che quest’ultimo svolgeva un’attività illegale». Ed è nel corso di una telefonata che emerge come Marziani vanti un credito di 1.280 euro nei confronti di tale Massimo. Una parente lo rimprovera perché una fornitura «così grossa non la devi fare prima dei...io te l’ho sempre detto... ma tu...».
VOGLIA DI VENDETTA. Manolo, sempre al telefono, prospetta a un amico «anche ipotesi di vendetta». Dice, infatti, testualmente: «Compà, zitto, sto abbastanza nervoso. Uno mi ha solato mille euro, mi sono inc... come una bestia. L’ho acchiappato petto a petto. Guarda che con me sbatti male, gli ho detto. Sbatti male una frega, quello non sa neanche dove mi alleno. Non mi cambia la vita, ti dico la verità, però rompe i c... La cosa che mi fa inc... di più è che ha fregato tremila euro anche a un mio amico, mesi e mesi fa».
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