La sede dell'Unidav a Torrevecchia Teatina

TORREVECCHIA TEATINA

I soldi dell’università telematica usati per giocare al casinò: 8 verso il processo

L’ex direttore generale dell'Unidav Gennuso, originario di Corleone, chiede di patteggiare davanti al giudice

CHIETI. C’era chi usava il denaro dell’università telematica Leonardo da Vinci (Unidav) per giocare al casinò. L’ex direttore generale dell’ateneo online di Torrevecchia Teatina, Fausto Gennuso, 68 anni, originario di Corleone (Palermo), è accusato di peculato e indebito utilizzo di carte di credito, reati entrambi continuati. Il caso è arrivato ieri mattina davanti al giudice per l’udienza preliminare Luca De Ninis: l’indagine su Gennuso è stata riunita al filone principale, quello sfociato due estati fa in arresti e denunce per una montagna di soldi, quasi 900mila euro, sparita dalle casse dell’Unidav e riapparsa in Svizzera, Slovacchia, Romania e Malta.

Gennuso, che si sarebbe appropriato indebitamente di oltre 27mila euro, vuole patteggiare un anno e dieci mesi dopo aver restituito il denaro. Sulla sua richiesta dovrà esprimersi il giudice. 

Rischiano di finire sotto processo, invece, gli otto imputati dell’inchiesta madre: Ciro Barbato, napoletano di 71 anni, ex
presidente del cda dell’Unidav; Lorenzina Zampedri (67), altra ex componente del cda dell’ateneo telematico, manager di Riparbella in Toscana; l’avvocato Antonio Trifone (47) di Avellino, legale e uomo di fiducia di Zampedri; Antonio Cilli (57) di Città Sant’Angelo, docente di informatica giuridica; il figlio di quest’ultimo Fabrizio (31); Alberto Rimicci (61) di Sabaudia (Latina), ex direttore generale dell’Unidav; Ernestino Di Febo (54) di Città Sant’Angelo, impiegato dell’ateneo telematico; e Luigi Salesi (68), imprenditore di Anzio. Le accuse, a vario titolo, sono di peculato, riciclaggio, autoriciclaggio e abuso d’ufficio. 

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