Il bomber Scalingi si uccide a 53 anni

4 Aprile 2014

Presidente-allenatore del Castel Frentano trovato senza vita dal fratello, massaggiatore del Lanciano. Oggi i funerali

CASTEL FRENTANO. Si è ucciso a 53 anni Massimo Scalingi, conosciuto giocatore dilettantistico e attuale giocatore–allenatore del Castel Frentano che milita in Prima categoria. A farne la scoperta sono stati i familiari poco prima delle13 di ieri, nell’abitazione dello zio, nel centro storico del paese.

Oscuri i motivi del tragico gesto. Oggi alle 15,30 si sfolgeranno i funerali. Scalingi, attaccante dal gol facile, ha militato anche nel Foggia di Zeman, in serie B. Due matrimoni alle spalle, lascia un figlio, il fratello Alfredo, massaggiatore della Virtus Lanciano, e i genitori. Era molto conosciuto nell’ambiente calcistico abruzzese, esempio di longevità calcistica invidiabile e dal rendimento elevato. Lo scorso 3 febbraio postava sulla sua pagina facebook: «Il calcio è la mia vita, sono orgoglioso di aver raggiunto quota 501 gol a 53 anni». La sua fine ha destato sconcerto nel paese oltre ad aver fatto subito il giro del web. Incomprensibile, si diceva, il gesto anche se, con lo scontato senno del poi, c’è chi dice di aver intravisto qualche cenno di cedimento in lui, forse una consapevolezza di aver dato tutto al calcio e di ritrovarsi senza certezze e solide basi, in quell’età di mezzo nella quale il confronto tra i bilanci della vita e le prospettive potrebbe innescare insalubri pensieri. Ieri mattina alle 10,45 una delle sue ultime telefonate al direttore di Abruzzo Web TV che lo contattava per averlo in studio.

«Stamattina (ieri, ndc), dopo un altro tentativo andato a vuoto, mi ha richiamato lui ma la sua voce non era la solita. Mi ha detto semplicemente di non stare molto bene, ma non ho insistito più di tanto pensando a un normale malanno, e ci siamo salutati con la promessa di riaverlo in trasmissione al più presto» scrive Antonio Calabrese su facebook. Verso mezzogiorno, il fratello Alfredo che lo chiamava al telefono senza avere risposta, si è precipitato a casa dello zio e una porta chiusa da dentro è stata foriera della tragedia. A nulla è valso il massaggio cardiaco praticato dal fratello, a nulla l’intervento del 118 arrivato da Lanciano. «Da qualche mese» dicono alcuni giocatori «il Mister era più pensieroso, meno brioso del solito. Non era da lui sedere in panchina, correva sempre il doppio di noi. Qualcosa ultimamente si era incrinato».

Probabilmente sono state alcune vicissitudini personali ad averlo minato e dietro quel suo sorriso solare si nascondeva un tarlo che procedeva in silenzio. Richieste di aiuto Massimo aveva iniziato a chiederle anche alla fede. Il suo profilo facebook abbonda d’immagini di santi, di frasi bibliche, di richieste di protezione. Lo scorso 21 dicembre ha postato «É Natale malgrado l’apparenza, per noi che vogliamo vivere…». Qualche giorno prima aveva scritto: «Se non vi è nulla da fare perché le cose sono di se stesse insolubili o le soluzioni non dipendano da noi, è arrivata l’ora di far tacere la mente, le lingue, chinare il capo e affidare le cose impossibili e ridicole nelle mani di DIO PADRE abbandonarsi e attendere», e poi: «Voglio provare i confini della realtà voglio vedere dove posso arrivare così solo per curiosità»; una delle ultime frasi scritte è stato un pensiero di Padre Pio: «Prega e spera, non agitarti. L’agitazione non giova a nulla. Iddio è misericordioso e ascolterà la tua preghiera».

Matteo Del Nobile

©RIPRODUZIONE RISERVATA