Il pastificio De Cecco batte la crisi

Grandi performance in Sicilia e Campania, forte recupero all'estero

PESCARA. De Cecco in crescita per fatturato e volumi di vendita, a dispetto della crisi che erode grandi quote di mercato. La fotografia che emerge dal semestrale 2010 propone tutti segni positivi per l'industria alimentare di Fara San Martino, con un fatturato di +8,71, volumi (+15,5%) e redditività (+28%). Segnali che il gruppo De Cecco, leader mondiale della pasta di semola settore premium, si va rafforzando sui mercati esteri ma si espande anche su quello interno come dimostra la eccellente performance di De Cecco in Sicilia e Campania, le regioni che consumano più pasta in Italia.

«I risultati del primo semestre del 2010, letti tenendo conto della situazione che resta critica e complessa sullo scenario internazionale, come su quello nazionale», commenta il presidente, Filippo Antonio De Cecco, «evidenziano una grande capacità del gruppo di reagire e crescere sui mercati, anche nei momenti difficili e turbolenti. Alla luce dei risultati ottenuti nel primo semestre dell'anno, ma anche per quello che si è fatto nel 2009, guardo con ottimismo alle sfide che ci attendono per l'oggi e per il futuro».

Le vendite totali del pastificio hanno segnato una crescita del 15,5%, frutto di un rafforzamento sul mercato nazionale (Italia +12%). Ma è proprio la situazione italiana a essere osservata con grande attenzione, perché nasce in un contesto molto difficile e inusuale. Il mercato interno, nei primi sei mesi del 2010, segnala una riduzione del consumo della pasta da parte delle famiglie (-4,5%, fonte Nielsen 2010) che non si era mai vista nel passato.

In decisa ripresa anche i mercati esteri (+20,6%): in particolare quelli del Nord America, dove De Cecco vanta una presenza storica, essendo una delle prime aziende pastaie italiane a essere sbarcata oltreoceano alla fine del 1800.

L'andamento in controtendenza dei prodotti De Cecco si era manifestato già l'anno scorso, quando i mercati registravano già una prima forte contrazione dei consumi. Nel 2009, infatti, in Italia il consumo della pasta è sceso dell'1,3% solo per il pacco da mezzo chilo (dati Nielsen 2009) mentre De Cecco si metteva in luce con dati di tutt'altro segno: volumi di vendita in aumento (+7,9%), con effetti positivi sul fatturato che è cresciuto del 2,6% permettendo la chiusura del bilancio 2009 con un utile netto di 2,9 milioni di euro. Discorso diverso per le esportazioni che, sempre nel 2009, hanno segnato il passo e sono arretrate: negli Usa, la perdita dei volumi è stata del 5,9%. Nel resto del mondo, l'export De Cecco ha registrato dati negativi (-8,7%). Solo il Canada si è distinto per un segno positivo (+5,7%). Ma è stata un'eccezione.

«Una parte della crescita nell'ultimo semestre», afferma il direttore commerciale Luciano Berardi, «è dovuta a un export importante su due regioni del Sud, Campania e Sicilia. De Cecco è sempre stata molto forte nel Centro Nord perché al Sud, storicamente, si è sempre avuto un consumo di pasta a più basso prezzo. Quest'anno, abbiamo deciso di puntare su Campania e Sicilia e una buona parte degli incrementi di vendita arriva proprio da queste regioni, che sono quelle dove tradizionalmente si mangia più pasta». (f.c.)

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