L’economista geniale che inventò il boom economico

San Martino sulla Marrucina ricorda Giovanni Di Paolo lo studioso che contribuì a far risorgere l’Italia negli anni ’50

SAN MARTINO SULLA MARRUCINA. Economia è termine oggi negativo per molti: sembra arricchire solo chi ne conosce i trucchi e le tasse sono un dare senza ritorno. Ma c’è chi ha usato l’economia per il bene di tutti, senza averne celebrità o fama. Un abruzzese di cui oggi è il 50° dalla morte e che merita di essere conosciuto: Giovanni Di Paolo, nato a San Martino sulla Marrucina il 25 giugno 1889. Figlio di un agricoltore, frequenta le locali scuole elementari e per la viva intelligenza attira l’attenzione dello zio, parroco cittadino che vede in lui delle doti e finanzia i suoi studi superiori a Chieti.

Il ragazzo si appassiona al diritto amministrativo e nel 1914 è giovane consigliere comunale. Richiamato in guerra, viene ferito alla tempia senza danni ed a fine conflitto si laurea in legge, trasferendosi a Roma: torna spesso nel paese natio dove - durante una festa patronale - incontra Maria Cecilia, la sua futura moglie, forestiera venuta qui a trovare un’amica di studi. La preparazione del Di Paolo si fa notare e diventa docente di diritto tributario alla Sapienza; non dimentica mai San Martino ed è tra i promotori della raccolta fondi presso gli emigranti martinesi a New York che porterà nel 1926 alla costruzione di piazza Monumento. Nel 1932 pubblica “Il principio della rotazione dei bilanci nella tassazione”, il primo dei suoi 30 libri di diritto economico. Ma ancor prima lo nota il De Stefanis, ministro delle finanze (1922) e del tesoro (1923) oltre che preside dal 1925 di Scienze Politiche alla Sapienza: sua sarà la prefazione nel 4° libro del Di Paolo, a riconoscerne meriti e brillante avvenire.

Giovanni diventa funzionario del ministero delle finanze e passa dalla teoria alla pratica giuridico-economica, segnalandosi subito per importanti trattati internazionali come la convenzione industriale italo-rumena (1939).

Nel 1944, in una Roma in mano ai tedeschi, vive un’altra pagina della storia d’Italia: uno dei fratelli della moglie, suo amico e carabiniere attivo nella resistenza, viene trucidato il 24 marzo alle Fosse Ardeatine. E’ Ugo De Carolis, eroe nazionale. Dopo questo episodio Giovanni giura di dedicarsi totalmente alla rinascita di un’Italia migliore. La guerra finisce, lascia povertà ed un paese da ricostruire, per questo compito vengono scelti i migliori…Di Paolo è tra essi. Nominato nel dicembre 1945 direttore generale della Finanza Straordinaria, non lesina impegno per riorganizzare la finanza pubblica e porta l’incarico a termine, tanto che nel 1948 diventa direttore generale delle Imposte dirette e nel 1953 direttore generale delle Entrate. Nel 1956 redige la convenzione contro le doppie imposizioni tra Italia ed Usa, pietra miliare nei rapporti commerciali tra i due stati. Grazie a questi risultati diventa Consigliere di Stato ed uno degli artefici del boom economico italiano. Resta tuttavia un uomo modesto: durante la pausa pranzo si aggira per Palazzo Madama annotando gli sprechi, come il ristorante ed il barbiere, con le cui risorse aprirebbe dieci scuole l’anno. Il suo genio e dedizione ricevono i massimi riconoscimenti italiani: il 28 febbraio 1960 per la preparazione e gli studi è Cavaliere di Gran Croce; il 2 giugno successivo è Medaglia d’oro al merito della Pubblica Finanza per il contributo alla rinascita italiana.

Nel 1962 il suo nome viene addirittura fatto nelle prime votazioni per il presidente della repubblica. Giovanni Di Paolo muore il 2 marzo del 1966 ed i funerali si tengono nell’amata San Martino, nonostante i suoi impegni non ha mai dimenticato di aiutare la sua gente e vuole essere tumulato nella sua terra. Se visitate oggi il paese, la strada che divide a metà il centro storico è a lui intitolata ed una lapide è posta sulla sua casa natia, un semplice edificio di tre piani. Quando la moglie Maria Cecilia muore nel 1989, gran parte degli averi della coppia vanno a suore abruzzesi. Fino alla fine, l’economia e la finanza furono per Di Paolo solo il mezzo per dare benessere agli italiani.

Marco pantalone