Pomilio, sos inquinamento elettromagnetico

I rilevamenti eseguiti dall’Arta sul rifugio evidenziano emissioni non a norma in due locali

RAPINO. Le emissioni delle antenne che svettano dal Blockhaus sono al di sotto del livello massimo consentito dalla legge.

E' il primo esito, ancora ufficioso, dei rilevamenti commissionati dal Comune di Rapino all'Arta, l'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente. Si rafforzano così le prospettive di riapertura del rifugio Pomilio, la struttura del Cai (Club alpino italiano) di Chieti deserta dal 2008 dopo che l'ultimo di una lunga serie di gestori privati gettò la spugna a causa della difficile accessibilità in seguito alla chiusura, decisa dal Parco della Maiella, della strada che una volta giungeva fino al punto più alto della Maielletta. La soglia di legge sarebbe stata superata soltanto in due punti, con le emissioni misurate come da protocollo in un arco di 4 ore continue.

«Il rilevamento», spiega il sindaco di Rapino, Rocco Cocciaglia, «è stato effettuato anche in più zone all'interno del rifugio, e soltato in un locale sono stati superati i 20 volt-metro contemplati dalle leggi sull'inquinamento elettromagnetico come picco consentito». Il problema è comunque superabile con la riduzione della potenza che verrà imposta al gestore, uno dei molti concessionari per le trasmissioni a alta frequenza irradiate dal Blockhaus, tra i siti a maggiore densità di tralicci esistenti in Abruzzo. «Abbiamo commissionato i rilievi tecnici», osserva Cocciaglia, «per vedere chiaro sullo stato delle emissioni elettromagnetiche in quanto, anche se non si tratta di aree abitate, la presenza di escursionisti e alpinisti in tutte le stagioni è significativa. E con l'eventuale riapertura del Pomilio ora che l'ente Parco ha dato la sua disponibilità a riaprire il tratto da Mammarosa al rifugio, si era fatta stringente la necessità di capire se siamo in presenza di potenziali pericoli per la salute».(f.b.)

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