Il sito su cui sorge l’ex zuccherificio non è del Comune

Dopo 100 anni dall’Archivio notarile spunta l’atto d’acquisto Colpo di scena nella vicenda legale che si trascina da tempo

AVEZZANO. Colpo di scena nella vicenda giudiziaria che vede protagonisti il Comune da una parte, il Consorzio cooperative della Marsica e la Società Rivalutazione Trara dall’altra.

Dopo 100 anni, dai polverosi scaffali dell’Archivio distrettuale notarile di Sulmona, spunta fuori l’atto di acquisto da parte della Società romana zuccheri del fondo, in località Trara, su cui fu realizzato lo zuccherificio di Avezzano. Una doccia gelata per il Comune di Avezzano, che su quel terreno, ritenendolo demaniale, accampa dei diritti. Al punto da citare in giudizio, il 15 giugno 2015, sia il Consorzio cooperative, in liquidazione, che la Società Rivalutazione. Secondo il Comune l’atto con cui il Consorzio, nel 2006, vendette i terreni su cui sorge l’ex zuccherificio alla Società Trara è nullo. Pertanto essi vanno restituiti al Comune. Insieme a un indennizzo di 845.667 euro. Il prezioso documento scoperto dai legali del Consorzio, Renato Simone e Giuseppe Ottavi, dimostra invece che, con atto del notaio Cerciello, il 4 aprile 1917, la Società romana diventava proprietaria dei terreni.

Proprietà acquisita con l’acquisto dell’area concessa in enfiteusi dal Comune, nel 1902, per la realizzazione di uno zuccherificio.

La somma pagata al Comune per l’affrancazione dall’enfiteusi fu impiegata per la ricostruzione della città di Avezzano distrutta dal terremoto del 13 gennaio 1915.

Nel 1980, dopo il trasferimento della proprietà a diverse società, il complesso industriale dello zuccherificio fu acquistato dal Consorzio cooperative, che nel 2005 lo mise all’asta.

Il Comune, che per quasi un secolo era rimasto silente, ritenendo i terreni soggetti ad uso civico, tramite l’avvocato Colucci, il 29 aprile 2005, ne chiedeva il sequestro giudiziario. Ma il commissario per gli usi civici in Abruzzo, investito della questione, pur non conoscendo l’atto di affrancazione, con una sentenza, dichiarava «che il Comune di Avezzano, sin dal 1875, riteneva che l’area di cui si tratta non fosse soggetta a uso civico e che nel 1902 ne aveva disposto come di un bene commerciale».

Sentenza confermata dalla Corte d’appello di Roma, che respingeva il reclamo del Comune di Avezzano. Il 27 giugno 2006 i beni in questione, con un atto del notaio Rauccio, furono venduti dal Consorzio alla Società Rivalutazione. Il Comune, però, non si è dato per vinto e ha fatto causa sia al Consorzio che alla Società, chiedendo la restituzione dei beni oltre a un indennizzo. Con la scoperta dei documenti che attestano il passaggio di proprietà, nel 1917, di tali beni dal Comune a una società privata, la musica cambia radicalmente.

Ora sono i legali del Consorzio cooperative a chiedere al Comune il rimborso delle spese che, nel corso degli anni, lo stesso Consorzio ha sostenuto per «la custodia delle aree e la costruzione di manufatti, chiesti dall’amministrazione comunale per far star meglio gli occupanti abusivi e i loro cavalli». Spese che superano il milione.

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