<b>Il caro affitti. </b>Il preside di Ingegneria: la sede individuata apparve l’unica soluzione praticabile. Amicarelli e Fabiani solidali<BR>

L'indagine sul rettore spacca l'ateneo

Docenti pro e contro di Orio. Tiberti guida la fronda, Cifone si autodenuncia

 L'AQUILA. Bufera sull'ateneo per l'imminente chiusura delle indagini, da parte della procura, a carico del rettore Ferdinando di Orio e dell'ex direttore amministrativo Filippo Del Vecchio nell'ambito dell'inchiesta sugli affitti contratti dopo il sisma per ricollocare le sedi di facoltà. Il rettore, afono per motivi di salute, rimanda ogni spiegazione a domani. Il preside di Medicina Maria Grazia Cifone nel difendere l'operato del rettore «che ha solo rispettato la direttiva del senato accademico nella riunione del 6 maggio 2009, di ripristinare nel più breve tempo possibile le proprie strutture danneggiate», a proposito dei prezzi degli affitti troppo alti e la valutazione dell'Ute arrivata un anno e mezzo dopo, provocatoriamente, si è autodenunciata «perché il 15 aprile 2009 ho pagato 20 euro un panino con la porchetta e oggi ho pagato un chilo di pomodori il doppio di quello che avrei pagato a distanza di 50 km da qui, perché pago un litro di benzina molto di più di quanto non la pagherei al di là del Gran Sasso, perché...chissà quanto ci sto guadagnando!». Sergio Tiberti, il docente che si oppone a di Orio, ha reso noto che alcuni componenti del cda sono pronti a costituirsi parte civile in un eventuale processo. «Una cosa possiamo dirla: non è vero che dopo il sisma c'era penuria di locali da poter adibire a facoltà», afferma, «tanto da portare a un pagamento di fitti alle stelle. Anzi, volendo, ci sarebbe stata la possibilità di trovarli gratis».  Il preside di Ingegneria Pier Ugo Foscolo difende di Orio. «Trovare una sede non fu cosa facile. L'argomento fu oggetto di svariati incontri. Vi era l'obiettivo di non allontanare dall'Aquila il sistema della formazione scolastica e universitaria considerato inalienabile per la ripresa della vita della città. Fu chiesta, dalle autorità accademiche, la requisizione di locali idonei ma da parte delle autorità competenti non si ritenne che ne ricorressero le condizioni. La soluzione trovata apparve all'epoca l'unica praticabile». La preside di Psicologia Fernanda Amicarelli esprime «amarezza e rammarico nel constatare che tutti gli sforzi profusi dal rettore in quel drammatico periodo debbano essere macchiati da accuse assolutamente ingiuste e infondate». Sta con di Orio anche Leila Fabiani preside di Scienze motorie.

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