Rispedite a casa le pazienti in lista d’attesa da un mese e mezzo

L’ospedale resta senza holter Annullati gli esami al cuore

Le visite pagate in anticipo La Asl si difende

SULMONA. Aspettare quasi un mese e mezzo per un esame al cuore per poi vederselo rinviare senza preavviso. È quanto è successo a due donne che si sono recate nel reparto di cardiologia dell’ospedale sulmonese il giorno prestabilito dall’impegnativa, prenotata e già pagata.

Una volta arrivato il loro turno si sono viste dire dall’infermiera che erano finiti gli holter, gli apparecchi che si posizionano sul torace (tramite ventose e una cinta) e che servono a monitorare la frequenza cardiaca nelle pratiche quotidiane, diurne e notturne. Ciò implica che l’apparecchio viene affidato in prestito ai pazienti che lo portano con loro e lo riconsegnano dopo circa 48 ore.

Ci è stato detto che dei cinque holter disponibili» racconta con l’amaro in bocca una delle due donne «ce ne era al momento in reparto solo uno, che peraltro non funzionava. Abbiamo spiegato all’infermiera che era stato l’ospedale stesso a fissarci l’appuntamento e che io, in particolare, avevo preso un permesso dal lavoro per sottopormi all’esame. Permesso che non avrei potuto certo richiedere a stretto giro di posta. Allora gli operatori sanitari hanno preso i nostri numeri telefonici con l’impegno di chiamarci quanto prima. È passata però una settimana e, nonostante l’esame già pagato e nessuno mi ha chiamata per un nuovo appuntamento».

Dalla Asl spiegano che cose del genere possono verificarsi, ma non per responsabilità del Centro prenotazioni o dei singoli reparti. «Molto spesso sono le persone che determinano tali disguidi» spiegano dagli uffici Asl di Avezzano «non riconsegnando per tempo gli holter e andando a creare accavallamenti nelle prenotazioni». Effettivamente le liste di attesa troppo lunghe restano uno dei principali problemi dell’ospedale peligno.

Si deve aspettare un mese per una semplice analisi del sangue, almeno tre per gli esami specialistici. A tutto ciò si devono aggiungere i ritardi dovuti ai guasti dei vari macchinari. A novembre, ad esempio, la rottura dell’elettrocardiogramma aveva fatto scivolare gli esami per diversi giorni. Ancora prima, un guasto alla tac aveva imposto la sospensione dell’esame per più di una settimana costringendo i pazienti a emigrare in altri ospedali della regione.

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